E’ successo a Linda, studentessa con disabilità, iscritta al 5° anno della Scuola superiore “Ciusa” di Nuoro. A causa di gravissimi problemi di salute, Linda ha perso l’anno scolastico 2014/15: è stata ricoverata in rianimazione per mesi e poi in convalescenza a casa, così lo scorso anno anziché per nove mesi ha potuto frequentare soltanto un mese. Ha chiesto di essere riammessa a ripetere la quinta classe del suo istituto, non avendo svolto alcun programma, seppur individualizzato e differenziato, ma il Consiglio di classe, interpellato persino dal Tar al quale la famiglia si è rivolta, ha risposto con un secco ‘no’!
Siamo profondamente delusi, arrabbiati ed amareggiati, non avremmo mai immaginato che Linda fosse costretta a terminare così il suo percorso scolastico; le è stato negato il diritto di ammalarsi e di conseguenza il suo diritto allo studio. Fatalmente, l’unica colpa di Linda non è quella di non aver frequentato per pigrizia o disorganizzazione o incuria da parte della famiglia, ma semplicemente perché ha dovuto lottare per la sua vita. La decisione presa dal Consiglio di classe è priva di coraggio, oltre che essere gravemente discriminatoria: hanno di fatto negato la possibilità che Linda concludesse il suo percorso scolastico dignitosamente, al pari degli altri studenti.
Peccato, per la Scuola è stata un’occasione persa, un’occasione mancata: l’opportunità di creare una buona prassi scolastica in cui diritti umani e diritti civili vengono prima di qualsiasi adempimento burocratico. Peccato, perché oggi Linda avrebbe potuto terminare il suo percorso e tagliare, tra pochi mesi, il ‘nastro’ di quel traguardo, quell’attestato da lei tanto ambito; invece ancora non si sa spiegare perché le hanno chiesto di fermarsi prima e di abbandonare la corsa a pochi metri dalla fine. In pratica è come se la Scuola avesse detto che Linda, in quanto disabile, frequenti o non frequenti è lo stesso. Questo è dal punto di vista didattico ed educativo gravissimo ed inaccettabile professionalmente. Sì, questa è davvero una cattiva prassi che crediamo non si debba mai più ripetere per nessun altro alunno. Non chiedevamo parcheggi, anzi, oggi Linda è impegnatissima in diverse attività sul territorio grazie ai progetti personalizzati, ma vogliamo che la sua storia serva ai tanti alunni che oggi frequentano le scuole e soprattutto ai tanti docenti che lavorano tutti i giorni con i nostri figli: abbiate coraggio!
Franca Puggioni (mamma di Linda) e Francesca Palmas (Abc Sardegna)
(admaioramedia.it)
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