Ci sono prodotti, nella tradizione alimentare italiana, assolutamente trascurati, sottovalutati, quando non completamente ignorati. In Sardegna anche tutti i turisti, o quasi tutti, conoscono le seadas, il maialino arrosto, gli gnocchetti o la zuppa gallurese.
Sono molto meno numerosi i turisti che si appassionano ai cardi selvatici. Non c’è da lamentarsi, poiché una richiesta limitata evita di far lievitare eccessivamente i prezzi di un prodotto di qualità, assolutamente naturale. Il gureu aresti è caratterizzato da una difficoltosa raccolta stagionale in luoghi collinosi, spesso impervi. E si può trovare confezionato con olio, aceto, spezie, erbe aromatiche, peperoncino. Può essere presentato come antipasto o per accompagnare piatti a base di carne, tanto per ribadire che la tradizione culinaria sarda è soprattutto terragna più che marinara.
Qualche difficoltà, nel caso di presentazione del cardo selvatico come antipasto, è nell’abbinamento con i vini. Un problema che non si pone se il cardo accompagna un piatto di carne poiché, il tal caso, una buona bottiglia di Cannonau risolve ogni dubbio. Ma, in fondo, il cardo selvatico non è un cibo da ristorante fighetto, alla moda. E allora non esistono abbinamenti corretti, ma molto più semplicemente il piacere di bere ciò che piace e che più si addice alla situazione, al contesto, alla temperatura esterna.
A differenza di altri prodotti tipici dell’Isola, il cardo selvatico non è sempre facile da trovare nei negozi o nei supermercati dell’Italia continentale. Il pane carasau o carasatu si può acquistare in qualunque catena della grande distribuzione, lo stesso vale per i vini sardi, per i dolci, per i fichi d’India, per la fregola. Il cardo selvatico rimane fedele alla sua immagine ed è difficile da scovare. Però nelle grandi città stanno aumentando i negozi tipici di prodotti alimentari in arrivo dalla Sardegna e, dunque, anche il cardo può iniziare la sua conquista di mercati non tradizionali. Occorre solo prestare attenzione ai prezzi, poiché non tutti i negozi hanno ricarichi accettabili.
Enrico Toselli (da “Electomag”)
(admaioramedia.it)