Nei giorni scorsi, erano state denunciate le precarie condizioni dell’ospedale Sirai di Carbonia, dove, dopo le intense piogge, erano caduti alcuni pannelli del controsoffitto.
“Mentre la Giunta e il suo codazzo piemontese si riempiono la bocca di riforme, la Sanità è un colabrodo”, aveva commentato Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, pubblicando alcune foto sulla sua pagina Facebook.
Poi, la segnalazione dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, Gianni Lampis e Gennaro Fuoco, sulle situazione dell’ospedale Santa Barbara di Iglesias, dove, nella notte tra il 9 e il 10 aprile, era crollato il soffitto del Laboratorio analisi: “L’Ats non dà l’ok per la ristrutturazione e intanto la struttura cade letteralmente a pezzi”.
Ora è il turno del crollo del sottotetto, a causa delle infiltrazioni d’acqua, nelle sale operatorie dell’ospedale Cto di Iglesias, avvenuto questa mattina all’interno di uno dei padiglioni del complesso: “La sicurezza strutturale dell’edilizia ospedaliera è uno dei temi che non può e non deve essere trascurato – ha commentato il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu – La sanità del Sulcis Iglesiente è ormai declassata, con condizioni da ‘terzo mondo’. Una polveriera che sta esplodendo in queste settimane, con reparti inaugurati ma ancora inutilizzati e un’incuria senza precedenti. Solo per puro caso non ci sono feriti.Il rischio è che nei prossimi giorni non si riesca a far proseguire l’attività chirurgica. E’ l’ennesimo cedimento che appare come uno schiaffo per la città, con i medici e gli infermieri umiliati e mortificati nel loro lavoro quotidiano. E’ un episodio gravissimo che pone un interrogativo sullo stato del presidio sanitario”.
“L’ennesima conferma dello stato di abbandono del complesso ospedaliero – ha aggiunto Rubiu – indica una superficialità ed un pressapochismo senza precedenti nella gestione degli impianti sanitari nel Sulcis Iglesiente, con disservizi e incidenti che si ripetono senza interruzione. Fatti che dovrebbero portare alle dimissioni dei vertici della Azienda sociosanitaria di Carbonia-Iglesias. Si bruciano risorse che dovrebbero essere impiegate per il miglioramento continuo dei servizi ai pazienti. Si pensi che sono ancora chiuse quattro sale operatorie, inaugurate in pompa magna, per cavilli burocratici e incapacità della dirigenza. Il cedimento nel blocco operatorio del Cto si tradurrà nell’ennesimo trasferimento dei servizi a Carbonia. Non può essere un ulteriore alibi per rinviare gli adeguamenti e le manutenzioni del presidio ospedaliero”. (red)
(admaioramedia.it)