Le adozioni ci sono, poche ma di notevole importanza: povere bestiole arrivate al rifugio di Gonnosfanadiga e accolte dai volontari. Creature a quattro zampe malridotte, malate e malnutrite. La numero uno dell’associazione “Amici degli animali”, Caterina Uccheddu, non è la prima volta che fa sentire la sua voce pubblicamente, ma in queste settimane, come è consuetudine, manca ogni cosa: dal cibo alle coperte.
Mentre la ‘cassetta delle offerte’ è vuota da diverso tempo: «Siamo nuovamente disperati – dice la Portavoce, nonché instancabile volontaria – è vero che nei mesi scorsi abbiamo dato in adozione diversi cani, ma aumentano a dismisura gli abbandoni in paese, con situazioni drammatiche per ciascun animale lasciato in condizioni disperate. Qui c’è un favoloso lavoro di squadra che unisce le vostre condivisioni, le volontarie degli affidi, la costante assistenza dei veterinari, il nostro lavoro – ammette Uccheddu – tutti i nostri amici a quattro zampe vanno via microchippati e vaccinati, con regolare libretto sanitario, le femmine adulte sterilizzate e tutti oltre l’anno di età con test leishmania e filaria eseguito. I nostri tesori vengono accompagnati a destinazione da noi volontarie per conoscere e mantenere i contatti con le nuove famiglie. Vedere queste cifre ci aiuta e ci stimola, soprattutto in momenti come questi dove gli abbandoni ci mettono in ginocchio e osservare le faccine felici dei nostri tesori nelle loro case sono la ricompensa più bella».
INIZIATIVA PER IL RIFUGIO. Da qualche giorno, per aiutare questa realtà associativa che si prende cura di poco meno di 300 ospiti, tra cuccioli e cani adulti, è stato istituito un punto di raccolta, presso il Bar Mariuccia di Carla Saddi, in via Santa Maria Chiara a Pirri: qui si raccoglie cibo e crocchette, coperte e medicinali per le bestiole, materiale che sarà poi consegnato a Gonnosfanadiga. Su Facebook è un tam tam con ogni singolo cucciolo che intenerisce, specialmente sulla fan page “Amici degli animali”. Tante, centinaia o forse più: sono le vicende che riguardano ogni singola bestiola che giunge al rifugio a Gonnosfanadiga, da Caterina Uccheddu e gli altri volontari.
Storie spesso tristi, molte delle quali a lieto fine. Come quella di Axel: “Era novembre 2015 quando sei arrivato da noi – si legge in un post di Caterina – nel tuo corpo i segni della sofferenza e dell’abbandono, sono passati 4 mesi e sei tornato alla vita. Ringraziamo la dottoressa Monica Ghironi e tutti gli amici che ci avete aiutato a sostenere le spese mediche favorendo la sua rinascita. Ci impegneremo per chiudere la tua storia con un lieto fine”. E poi, le cucciolotte Samba e Rumba, (che cercano casa), poi Pulce: “Sono arrivato ieri, abbandonato dentro una cassetta, ho ancora tanta paura, ma qua tutti mi fanno tante coccole, sono molto piccino e da grande sarò piccolo, questa settimana le visite mediche e dopo inizierò a pensare di andare a casa”. Poi c’è Yago: “La tua simpatia, tua bontà hanno conquistato il cuore della tua mamma, e così tra la felicita di tutti, lasci il rifugio e vai incontro a una nuova vita. Quella vera. Adottato. Grazie di cuore alla tua meravigliosa mamma”. La foto del profilo Facebook di Caterina rappresenta anche una storia tristissima: “Proteggici dolce Filippo stavolta è veramente dura ricominciare”, per ricordare la vicenda del dalmata investito davanti agli occhi dei volontari, una storia dolorosa non facile da dimenticare. “E’ fondamentale – conclude Uccheddu – l’opera di beneficenza di volontari, promotori, aziende commerciali e semplici cittadini di buon cuore: anche in questa occasione serve la collaborazione di tutti”.
Alessandro Congia
(admaioramedia.it)