Resta appesa a un filo la sorte della compagnia di navigazione Saremar e quella dei suoi oltre 250 lavoratori impiegati, tra stabili e stagionali. Uomini e donne che vivono in questi giorni insieme alle famiglie tutta l’angoscia di un conto alla rovescia che ha il peso di un calvario, quello di chi vede assottigliarsi sempre di più all’orizzonte la speranza di conservare il proprio posto di lavoro, e con esso difendere la fiducia e la dignità di un futuro degno di questo nome.
Un futuro che appare segnato perché ormai vicinissimo alla scadenza fatidica del 31 dicembre, giorno in cui la compagnia Sardegna Regionale Marittima spa chiuderà i battenti in ossequio alla procedura decisa dal Tribunale fallimentare di Cagliari lo scorso 15 gennaio, in ragione di un’esposizione debitoria dell’azienda pari a circa 11 milioni di euro. Una fine traumatica e ingloriosa, che comporterà lo smantellamento della flotta e il bando di gara per l'assegnazione ai privati dei collegamenti da e per le isole minori, grazie al servizio pubblico di linea assicurato negli ultimi trent’anni sui collegamenti tra Palau e La Maddalena e tra Calasetta e Portovesme con Carloforte, compreso il collegamento con la Corsica nella tratta Santa Teresa di Gallura – Bonifacio.
Una vicenda, quella della Saremar, che pertanto coinvolge pesantemente, insieme al tema cruciale del diritto al lavoro, anche altre questioni strategiche come il diritto alla continuità territoriale di intere comunità (Carloforte e La Maddalena) e le ovvie e conseguenti ricadute sull’economia isolana, e non soltanto alla voce turismo. Timori e allarmi sfociati negli scioperi dei giorni scorsi del personale Saremar a La Maddalena e Carloforte, con i traghetti fermi nei porti, cortei di protesta e tante serrande abbassate a testimonianza del malcontento.
Negli ultimi mesi, la Giunta regionale, con in testa l’Assessorato ai Trasporti, ha annunciato misure mirate alla difesa dei lavoratori Saremar ormai prossimi al licenziamento, ma sinora non è emerso nulla di concreto in grado di scongiurare il tragico avverarsi delle previsioni più fosche. Iniziative di solidarietà e attenzione alla vertenza Saremar sono giunte nei giorni scorsi anche in ambito nazionale, come testimoniato dall'interrogazione parlamentare al Ministro dei Trasporti presentata alla Camera dei deputati dal gruppo di Fratelli d'Italia. Quel che è certo è che occorrono passi concreti, misure adeguate alla delicatezza della materia e la volontà concreta non soltanto di affrontare il problema, ma di risolverlo valutando anche la possibilità di sanare il debito come fatto in altre circostanze per altre imprese tenuto anche conto che la Saremar chiude in attivo il bilancio da diversi anni.
Nicola Silenti
(admaioramedia.it)
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