Il 5 maggio prenderà il via, da Alghero, la centesima edizione del Giro d’Italia. L’arrivo della prima tappa è fissato ad Olbia, percorrendo tutta la litoranea che va da Alghero a Sassari, a Santa Teresa di Gallura e poi fino ad Olbia passando per Cannigione e San Pantaleo. E’ assolutamente inutile porre l’accento sull’importanza dell’avvenimento e sul suo potenziale impatto relativamente alla promozione del territorio sardo in generale e di tutta la fascia settentrionale, da Alghero ad Olbia in particolare.
Sia Alghero che Olbia sono due centri a fortissima vocazione turistica, così come tutte le località toccate dalla tappa e questa edizione è particolarmente importante dato che è quella del Centenario (si può solo immaginare la copertura mediatica nazionale ed internazionale che avrà l’evento). Anche la seconda tappa (Olbia – Tortolì), che la terza (Tortolì – Cagliari) toccheranno le più belle località dell’isola.
Ma una domanda sorge spontanea: siamo sicuri che le nostre strade, che la carovana del Giro si troverà a percorrere, siano una bella vetrina? Parlando, per esempio, del tratto che partendo da Sassari arriva fino a Santa Teresa di Gallura non si può ignorare il fatto che gli utenti la percorrano solo se non possono farne a meno, dato il pessimo stato in cui versa, e non possono farne a meno essendo l’unica esistente. Le maggiori criticità sono mancanza delle linee di demarcazione sia della mezzeria che dei limiti esterni della carreggiata, con altissimo rischio di ritrovarsi sulla parte sinistra rispetto al senso di marcia o, peggio, nei fossati; buche dappertutto, spesso veri e propri crateri, già pericolosissime per le auto, che diventano vere e proprie trappole mortali, paragonabili alla roulette russa, per moto, biciclette ed altri mezzi di trasporto leggeri, impedendo così di fatto lo svilupparsi del turismo escursionistico; totale assenza di illuminazione, che aggrava il senso di spaesamento provato da chi di notte è costretto a percorrere tale tratta; tratti con guard rail distrutti da vecchi incidenti e mai sostituiti oppure, peggio ancora, tratti pericolosi e curve a gomito che ne sono totalmente sprovvisti;
segnaletica orizzontale e verticale inadeguata quando non chiaramente contraddittoria e/o di difficile lettura immediata, anziché chiara ed univoca come dovrebbe essere, in prossimità di ponti, incroci, ecc. Questo stato di fatto provoca numerosi incidenti, spesso molto gravi, quando non addirittura mortali, per non parlare dei danni fisici alle persone o meccanici ai mezzi. Impedisce, inoltre, lo svilupparsi di attività economiche di ogni tipo, che significherebbero risorse preziose per le popolazioni locali, lungo quel bellissimo tratto di costa.
Per tutte queste ragioni, non possiamo definire questa strada una bella vetrina per la promozione del nostro territorio, tutt’altro. Invito tutte le Amministrazioni interessate e gli enti competenti (Stato, Regione, Province, Anas) a porre urgentemente rimedio, sia per il Giro d’Italia che per tutti gli altri utenti, augurandoci almeno che nel frattempo non si verifichino incidenti talmente gravi da mettere a repentaglio l’incolumità delle persone e, magari, dare il via a costosissime azioni di risarcimento. Ciò aggiungerebbe il danno alla beffa.
Dario Giagoni – Coordinatore provinciale “Noi con Salvini” Nord Sardegna
(admaioramedia.it)