Venerdì 5 maggio, è iniziato il Giro d’Italia di ciclismo. Per la terza volta, l’Isola sarà lo scenario della grande partenza della corsa ciclistica, dopo quelle del 1991 e del 2007, con tre tappe in linea per velocisti e finisseur. Il percorso sull’Isola prevede la Alghero-Olbia (203 km), la Olbia-Tortolì (208 km) e la Tortolì-Cagliari (148 km).
I Sardi sono orgogliosi che la loro terra possa ospitare un grande evento di sport come il Giro d’Italia, ma spesso le cose belle nascondono un risvolto negativo. Questa volta è capitato ai volontari della Croce rossa italiana della Sardegna, quando, venerdì mattina, alcuni di essi, liberi dal servizio, appassionati di ciclismo, si sono recati ad Alghero per assistere alla partenza dei loro campioni. Ottima organizzazione e grande dispendio di risorse, non di meno l’assistenza sanitaria con tante ambulanze della Croce rossa, e i nostri baldi volontari, orgogliosi che la Cri fosse presente, non si sono sottratti dal salutare i colleghi, avvicinandosi al primo mezzo di soccorso, tentando un approccio con gli operatori della Cri, ma sono sorti i primi problemi: costoro utilizzavano un’idioma particolare, non proprio del posto. Dopo un rapido consulto tra i nostri conterranei, le prime ipotesi: forse vengono dalla Gallura, no… è catalano, probabilmente nuorese del centro. Le ipotesi corrono veloci, fino a scoprire l’arcano: l’idioma utilizzato non era una variegata sfaccettatura della nostra bellissima lingua sarda, ma comasco, lombardo stretto per intenderci.
Scavando nei meandri della memoria scolastica, si ricorda che l’invasione dei Longobardi (568), che mutò il volto dell’Italia, non toccò la Sardegna. Che si tratti di una nuova invasione del barbaro Lumbardo? La Cri, per chi la conosce, è una associazione fortemente strutturata in una rigida gerarchia, perciò i volontari hanno subito comunicato con i loro vertici diretti, chiedendo lumi di questa invasione territoriale, e la richiesta di informazioni è salita di gradino in gradino fino ai massimi vertici regionali. La giornata è passata tra un intreccio di telefonate e messaggi sui social network: tutti i volontari della Sardegna si sono dati da fare per avere il maggior numero di informazioni possibili. Il responso è lapidario: l’invasione è in atto. Il Comitato Cri di Lipomo (Como) ha invaso la Sardegna con la loro potente organizzazione, nessuno è stato avvertito della loro presenza, tanto meno i massimi vertici regionali.
Lo statuto di Croce rossa assegna ai Comitati i territori di competenza e deputa ai Comitati regionali il controllo e il coordinamento. Si può assicurare che nella maggior parte delle regioni la competenza territoriale è rispettata. Competenza territoriale significa semplicemente che, all’interno della propria regione, i compiti vengono svolti dai volontari residenti, se i compiti superano le proprie capacità viene richiesto un aiuto esterno. È evidente che la Cri sarda è figlia di un Dio minore, forse per i più, una notizia di questo tipo non meriterebbe la minima menzione, e io sono d’accordo con i più, se non fosse perché tocca nell’intimo la dignità di molti Volontari sardi, non perché a svolgere l’assistenza sanitaria è una regione come la Lombardia, conosciamo bene il dispiegamento di mezzi, attrezzature e risorse finanziarie di quella regione, la povera Croce rossa nostrana non ha la minima possibilità di competere con la sorella lombarda, ma quello che ha toccato gli animi è stata la mancanza di rispetto, il non essere neanche considerati, il non esistere per loro.
La Sardegna è terra di accoglienza, per un sardo l’ospite è sacro nel vero senso letterale, e cosi, cari Lombardi, che i Volontari sardi vi avrebbero accolto, a braccia aperte, e se la Sardegna avesse potuto offrire un mirto, qualche dolcetto sardo e mezzo maialetto cotto allo spiedo a fuoco vivo avremmo avuto l’enorme piacere a condividerlo con voi, come il popolo sardo ha sempre fatto nel corso della sua storia. Non ci avete rubato la possibilità di svolgere il servizio di assistenza sanitaria durante il Giro d’Italia, ma ci avete rubato la possibilità di essere ospitali, di potervi accogliere come un ospite meriterebbe di essere accolto nella nostra terra. Cari colleghi lombardi, noi esistiamo! Come volontari colleghi e come Sardi, non siamo gelosi della nostra terra ma delle nostre tradizioni. Il vostro presidente porta un cognome di sicura origine sarda, Fois, possibile che egli non abbia mai conosciuto la terra che ha dato i natali ai suoi antenati, ma è triste che chi porta un cognome sardo possa aver dimenticato, anche con lo scorrere del tempo, le nostre ataviche usanze, e che si possa arrecare una offesa cosi grande ad un popolo che condivide le stesse origini.
La Sardegna terra di conquista, ma non è questo il caso, non siamo stati conquistati, ma semplicemente occupati, come se fosse già terra loro, senza neanche chiedere un permesso di circostanza, ignorando semplicemente chi è presente sul territorio prima di loro. Si parla di piccole cose, ma il problema è la dignità di un intero popolo, il popolo sardo. La Giunta Pigliaru ha finanziato il Giro D’Italia per un totale di circa 900.000 euro: con questo cospicuo finanziamento forse la Regione potrà dire qualcosa. La Croce rossa sarda non pretende molto, ma solo che gli si riconosca la dignità di esistere.
Un Volontario Cri Sardegna
(admaioramedia.it)
3 Comments
Aurelio
Ma ce la fate ?
Ma riuscite a capire che Rcs / Gazzetta dello Sport hanno un contratto diretto con questa sede CRI per tutte le loro manifestazioni e sarebbe una cosa insensata fare accordi tappa x tappa, regione x regione ?
In Sardegna avete forse un ambulatorio radiologico mobile ?
E una gara come questa funziona così da decenni. E in nessuna regiome d’Italia nessuno si é mai lamentato: le associazioni locali fanno assistenza al pubblico, loro ad atleti, staff e operatori del Giro.
Quando nel 2007 c’era al seguito la Pas di Senago, l’Anpas Sardegna ha fatto tutto questo cinema ?
Ma per favore!
Valerio
Negli anni 90 / 2000 i ” VdS” marciarono su Roma al grido di privatizzazione. Ebbene, siete in regime di libero mercato. Ballate alla VOSTRA musica, siete una ONLUS pura e semplice. Vi SIETE costituiti in ditte individuali, libere di agire in qualunque parte del territorio italiano. E’ il VOSTRO successo.
gianni
Per evitare tali rivalità, sarebbe opportuno chiedere ad altre associazioni. Quanto poi ad infliggere l’ospitalità????? Ma forse, in mancanza di antenati Greci ci può anche stare ????.