Oggi si parla molto di giovani, di lavoro, di progresso e di futuro; ma di concreto e reale cosa rimane? Tanto fumo e poco altro, così come le promesse fatte dal professor Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, durante tutta la scorsa campagna elettorale. Per iniziare ha aumentato le tasse universitarie: tasse che, tranne per quei studenti le cui famiglie hanno un reddito lordo complessivo inferiore a 25.000 euro annuo; son state aumentate da 62 a 140 euro; importo da versare all'Ente regionale per il diritto allo studio (Ersu) dopo la famosa riforma del "diritto allo studio".
Lo studio, certo, ma lo studio dovrebbe essere un diritto, un desiderio da parte di noi giovani di costruirci un reale futuro, una cultura, non un complesso meccanismo di fasi che prevede un iniziale test d'ingresso in cui, realmente, non si valutano le corrispettive competenze, la passione o la vera determinazione dello studente che vi partecipa. Secondo l'articolo 3 della Costituzione Italiana, "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Anche se in realtà si dovrebbe discutere il tema dell’eguaglianza formale e sostanziale.
Ora non comprendo il perché l’Università debba fare distinzioni di reddito tra le famiglie cosìdette 'normali' e 'benestanti', cercando continuamente di approvvigionarsi, soprattutto da quest’ultimo gruppo, dei loro stessi soldi guadagnati con sacrificio e legalmente dichiarati e già prontamente tassati. Dovremmo pagare tutti la medesima tassa senza distinzione più di censo ed è per questo che sarebbe giusto permettere indistintamente a tutti gli studenti di pagare una cifra ridotta e agevolata o addirittura prevederne una totale esenzione. Supportando quelle stesse famiglie che a stento riescono ad arrivare a fine mese, ma che non vogliono negare ai propri figli il diritto di una buona istruzione e formazione. Reputo scorretto il dover pagare ancora più tasse se poi, a conti fatti, i servizi offerti sono i medesimi e per giunta non di ottima qualità. In realtà, questa spiacevole situazione altro non rispecchia che una guerra tra poveri, dal momento che durante un incontro di approfondimento con le Istituzioni ho percepito l’idea che a tutti piaccia solo parlare di Politiche Giovanili, riempiendosi la bocca di frasi ormai celebri come “L’ora dei giovani è arrivata”. I giovani sono allo sbando, abbandonati senza un minimo di supporto da parte di quelli stessi Enti a cui pagano le tasse.
Provate a visitare il Centro giovani di Cagliari, non troverete nulla di interessante o di positivo se non il poter esibire una “Carta giovani” di cui ancora oggi non si capiscono i vantaggi. Ebbene, io faccio parte di un gruppo politico. ma l’obiettivo è solo quello di poter lavorare con le associazioni e con gli studenti; cercare di sviluppare (finalmente) una politica a 360 gradi, che guardi sì agli interessi generali, ma nella fattispecie, a quelli degli studenti, che giorno dopo giorno vengono sempre più mortificati dalla burocrazia, dalle decisioni scellerate che mirano solo agli interessi dei baroni, da una politica troppo spesso colpevolmente assente e da una ormai sbilanciata equazione 'tasse-servizi'.
Andrea Manca – Coordinamento Giovani Forza Italia della provincia di Cagliari
(admaioramedia.it)
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Daniela Albina BarbagiaTeresa Gallura
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