L’arresto cardiaco improvviso colpisce ogni anno una persona ogni mille. Oltre 65.000 morti l’anno in Italia, il 70% con testimoni che non hanno saputo praticare nemmeno il massaggio cardiaco.
In Sardegna circa 900 persone l’anno. Più di 1.000 giovani sotto i 35 anni. Improvvisamente e senza nessun segnale, il cuore impazzisce, generando la perdita di coscienza e l’apnea. Questa malattia, non fa distinzioni, colpisce giovani e anziani. Anche atleti, come nel caso della tragica morte nel 2013 di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno, Marc-Vivien Foe, Miklos Feher, Domingos Gomes, il nuotatore norvegese Dale Oen. Uno dei primi casi che ha avuto eco nella stampa italiana ha interessato Flavio Gagliardini, capocannoniere del Civitavecchia, accasciatosi a terra il 27 ottobre 2015 durante un allenamento, senza aver mostrato segni particolari di malessere fisico nei giorni precedenti. In suo onore, è sorta una onlus che ha festeggiato il “Bomber day” e ha raccolto mille tessere in due mesi fra i giocatori di serie A e B, ‘orientata’ al verso del calcio giovanile. Nella pallavolo, il decesso di Vigor Bovolenta (25 marzo 2012), giocatore di 37 anni che aveva deciso di passare dalla serie A alla serie B2. A marzo 2018, il decesso di Davide Astori alcune ore prima della partita ad Udine, che ha fatto rinviare tutte le partite del campionato italiano.
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Asseminello, 10 maggio 2014: Davide Astori al corso blsd coi giocatori del Cagliari, organizzato da Hsf Italia dopo la morte del calciatore Morosini
Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso, in questi casi, è il danno anossico cerebrale, importante è la tempestività dell’intervento: dall’inizio dell’arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 minuti, in assenza di Rcp (Rianimazione cardio-polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo, ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano già dopo quattro minuti di mancanza di ossigeno. La defibrillazione precoce può salvare la vita dello sfortunato colpito dall’arresto cardiaco improvviso. La defibrillazione è efficace se è somministrata in pochissimi minuti e risulta tanto più efficace se il primo soccorritore (first responder) attua le manovre di rianimazione cardiopolmonare (Bls). Dove i progetti di defibrillazione precoce hanno successo, esiste una cultura radicata riferita al ‘basic life support’ o rianimazione cardio-polmonare (i non esperti parlano erroneamente di massaggio cardiaco).
La rianimazione cardio-polmonare è un’importante passaggio tecnico e culturale che permette di sviluppare con efficacia progetti di defibrillazione precoce. In occasione della “Giornata del cuore”, il prossimo 9 giugno 2018, nei locali della Fiera campionaria (viale Diaz) di Cagliari, dalle 8,30 alle 13,30, si terrà un evento formativo gratuito, organizzato da Hsf Italia e dalla Società scientifica Irc comunità, con istruttori nazionali: le persone verranno formate alle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Importante se fossero giovani, studenti, atleti, forze armate e forze dell’ordine, ma qualsiasi persona in grado di attivarsi immediatamente per fornire, in caso di emergenza, un adeguato primo soccorso e diventare ‘first responder’. Il progetto si basa sulla formazione diffusa della rianimazione cardiopolmonare e la rimozione del corpo estraneo dalle vie aeree, sia adulto che pediatrico, ed un approccio al primo soccorso. L’obiettivo del progetto prevede la creazione di ‘first responder’ tra i cittadini, la diffusione della cultura del fare e fare bene per prendersi cura e successivamente la formazione di operatori Dae di comunità.
Per aderire, inviare, entro il 3 giugno, una mail (hsf.masstraining@gmail.com) con il numero dei potenziale allievi ed il nome di un referente per l’organizzazione: “salvare una vita si deve, apprendere a salvarla si può”.
Luigi Cadeddu – Presidente Hsf Italia
(admaioramedia.it)