Le sliding doors del Parco Geominerario della Sardegna sono state azionate: entro gennaio 2016 il Geoparco riavrà finalmente, dopo otto anni di commissariamento, un Presidente e un Consiglio direttivo. E, stando ai ‘bene informati’, nell’andirivieni delle ‘porte girevoli’ si incroceranno l’uscente Gian Luigi Pillola e il subentrante Tore Cherchi, suo ‘mentore’ politico. Del resto, così va il mondo…
Come anticipato dieci giorni fa da Geoparchi Online, la firma dell’intesa tra il ministro dell’Ambiente Galletti e il governatore della Sardegna Pigliaru riguardo la riforma del Parco Geominerario è ormai in dirittura d’arrivo: questione di settimane, se non addirittura di giorni. Con essa, verrà messa fine alla lunga stagione commissariale, contrassegnata da (pochi) alti e (molti) bassi, e si porranno le basi per un serio e concreto rilancio. Il definitivo ‘via libera’ è stato dato dalla recente Assemblea della Comunità del Parco, che ha approvato la bozza redatta dalla Direzione protezione natura del Ministero. E guarda caso, a presentarla ed esporla alla platea è stato proprio Tore Cherchi: quando si dicono le coincidenze… Ex presidente Pd della Provincia di Carbonia-Iglesias e delegato del Governo per il coordinamento del “Piano Sulcis”, Cherchi è di gran lunga il candidato in pole position. Del resto, la sua figura – che riscontra molte attestazioni di stima anche nel campo del centrodestra – ben si attaglia all’identikit del ‘Presidente perfetto’: politico esperto e – come detto – con simpatie bipartisan, profondo conoscitore del territorio e con ‘aderenze’ giuste nella Capitale. I book-makers di Londra non accetterebbero scommesse sulla sua designazione se non fosse, però, che fino a poco tempo fa era lui stesso restio ad accettare. Come si ricorderà, infatti, il suo nome era l’unico sulla scrivania dell’allora ministro Orlando da apporre sul decreto di nomina del sostituto di Antonio Granara. A quel tempo Cherchi declinò e si limitò a ‘suggerire’ il nominativo del nuovo Commissario.
I tempi però sono cambiati e il pressing per fargli accettare l’incarico si è fatto sempre più insistente: il Parco – questo è il ragionamento – ha bisogno di una guida ‘politica’ ferma ed esperta per essere rilanciato in grande stile, e chi meglio di te? In attesa del (scontato) esito, si sta mettendo in moto l’iter del passaggio di consegne. E va subito detto che Pigliaru è riuscito in una piccola impresa: quella, cioè, di strappare a Galletti non solo il ‘gradimento’ del nuovo Presidente (di nomina esclusivamente ministeriale) ma anche l’allargamento del Consiglio a 10 membri – di cui 6 di nomina regionale – invece degli 8 (dei 16 del precedente Statuto) previsti dalla bozza di riforma.
Con grande scorno della Carmelina Giarratano, che intendeva mantenere a Roma la maggioranza del Consiglio (i 4 più il Presidente). Galletti, che è bolognese ma deve aver fatto il militare a Cuneo…, ha fatto buon viso ed ha accettato, pur di chiudere l’accordo e mettere fine a questa estenuante telenovela. Non solo: come sempre anticipato da Geoparchi Online, farà inserire nel Decreto istitutivo della riforma del Parco la formula secondo cui il Geoparco avrà la “supervisione per la valorizzazione e la promozione turistica di tutti i geositi dell’Isola”, compresi quindi anche quelli fuori dalle aree di competenza, così da rispettare le clausole dell’European geoparks network per mantenere il ‘cartellino verde’ della Rete dei Geoparchi Unesco. Dunque, ci siamo: entro gennaio, l’epopea dei commissari (Pinna, Granara, Pillòla) sarà definitivamente alle spalle, e comincerà un nuovo capitolo. Basta che non sia come nel libro “Tutto quello che gli uomini sanno delle donne”: 127 pagine completamente bianche…
Filippo Forte – da Geoparchi online
(admaioramedia.it)
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