“Ogni giorno con te”, recita lo storico slogan su giornali, cartelloni pubblicitari sparsi in ogni dove, ma anche spot televisivi e rete. La verità è che i giorni passano, ma il Banco di Sardegna è sempre più lontano da territori e clientela. Dopo la prima sforbiciata di filiali avvenuta nei mesi scorsi, all’orizzonte dodici nuovi comuni finiti nel mirino dei manager del gruppo Bper (Banca Popolare Emilia Romagna): Soleminis, Collinas, Gesturi, Furtei, Suelli, Barrali, Selegas, Escolca, Triei, Olzai, Torralba, sarebbero condannati alla chiusura degli sportelli locali.
Nella lista nera, anche Genoni, che nel Consiglio comunale dello scorso 7 settembre ha manifestato tutta la sua contrarietà al provvedimento, considerato l’ennesimo taglio nel Sarcidano, dove tra i depauperamenti all’ospedale San Giuseppe di Isili e le chiusure dei presidi pubblici la situazione è critica. E se dagli uffici cagliaritani di viale Bonaria, dove le casse sono tutt’altro che vuote, si parla di un progetto di razionalizzazione del sistema delle succursali, dal versante opposto, che vede i sindaci in trincea, si grida ad una nuovo attacco al territorio. Non pervenuta la posizione della Regione che, nonostante veda tra le sue funzioni il controllo del credito, si concede un’eterna ‘siesta di disinteresse’.
“Un intervento drastico è ingiustificato – tuona Roberto Soddu, primo cittadino di Genoni – basato sulla sola logica ragionieristica, non badando alle specificità di una comunità e un’intera zona. Stupisce il fatto, che dagli uffici del Banco ci si dimentichi della partecipazione societaria della Regione, e non si tenga dunque conto dell’apporto in danaro della collettività. Ma soprattutto, si ignora il fatto che se il Bds sia in caduta libera, lo si debba a certi atteggiamenti di distanza posti in essere nei confronti dei comprensori periferici.”
“Siamo stufi di essere trattati come numeri – prosegue Soddu – per questo lancio l’appello ai correntisti genonesi affinchè facciano affidamento su concorrenze più efficaci e vicine alle loro esigenze. Nonostante l’impegno, per evitare la chiusura delle serrande, ci si scontra contro un muro di menefreghismo che non porta a risoluzioni positive. Stiamo perciò lavorando, in direzioni alternative che possano garantire da qui al futuro il proseguo di un servizio fondamentale.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)