Il nome potrebbe ricordare il programma di Gordon Ramsay, “Hell’s kitchen”, oppure potrebbe ricordare il quartiere di New York City. Invece, Devil’s kitchen è una realtà isolana, ideata dallo chef sassarese Giovanni Usai.
Niente cucine milionarie, niente telecamere o grattacieli di Manhattan, ma solo una genuina semplicità, sia nelle ricette che negli strumenti usati. Questo l’ingrediente usato dallo chef Usai nella sua cucina o meglio, nella sua Devil’s kitchen, il suo ‘fedele’ truck: “Sono cresciuto nelle cucine della Costa Smeralda dove ho iniziato come commis. Dopo anni che mi sentivo sfruttato e sottopagato, così, a trent’anni ho deciso di partire a Londra. Non parlavo l’inglese, non conoscevo nessuno. Eppure, nonostante ci sia tanta gente capace in una metropoli, mi sono fatto conoscere. C’è molta meritocrazia all’estero, e io sono entrato nelle più grandi cucine di Londra, a South Kensington e Chelsea”, racconta lo Chef.
Ambientatosi fin da subito nella Capitale britannica, lo Chef sperimenta sapori e gusti. È nei sobborghi di Camden town, famoso quartiere di Londra (ci abitava Amy Winehouse), che scopre lo street food: “A Camden town ho scoperto un mondo. Nulla di tutto ciò esisteva in Sardegna e mi sono reso conto che volevo tornare nell’isola per portare quest’idea”. Un anno fa, questo desiderio è diventato realtà.
E, mentre il fratello dello Chef ha scelto di cucinare per i set cinematografici di Hollywood, nelle strade di Sassari si possono degustare culurgiones, ravioli, ma anche dell’ottimo pesce e della ottima carne.
A partire di nuovo, lo Chef non ci pensa: “Mia madre mi ha aiutato a realizzare questo sogno, la mia fidanzata (sua ‘sous chef’, Alessia Daga, ndr) mi aiuta quotidianamente. Stiamo avendo un grande riscontro. Alcune aziende ci hanno dato fiducia: tra i nostri fornitori ci sono ‘La Genuina’ di Ploaghe (carne 100% sarda) e ‘Tenute Asinara’, una prestigiosa cantina di vini che ha l’esclusiva solo con alcuni ristoranti scelti” specifica chef Usai. Insomma, qualità è la parola d’ordine per questo ‘ristorante itinerante’. Prossima tappa: “American motor festival” di Alghero.
Silvia Pasquini
(admaioramedia.it)