Il basso livello dell'acqua nel bacino artificiale del Liscia preoccupa amministratori, agricoltori ed allevatori. Il lago artificiale (capienza massima di 105 milioni di metri cubi) ha raggiunto un quantitativo di 37 milioni di metri cubi, mentre il fabbisogno annuo della popolazione gallurese è stimato intorno ai 30 milioni.
Per analizzare il problema e scongiurare la crisi si sono incontrati i rappresentanti delle istituzioni locali, le associazioni di categoria ed il Consorzio di Bonifica della Gallura: «In assenza di abbondanti precipitazioni nelle prossime settimane – ha scritto il presidente del Consorzio, Marco Marrone, in una nota indirizzata all’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna – si annuncia un’estate di restrizioni per l’attività irrigua di tutta la Gallura. Il Bacino del Liscia, con gli attuali 37 milioni di metri cubi d’acqua, non sarà in grado di soddisfare il fabbisogno del settore agricolo e zootecnico».
Nella nota, il Consorzio indica quattro interventi principali per salvare il comparto agricolo e zootecnico: lo sversamento dei 3 milioni di metri cubi d’acqua presenti nella diga del Pagghiolu verso quella del Liscia; la riattivazione dei pozzi del Liscia da parte di Abbanoa; la restituzione da parte di Abbanoa del refluo a norma per il nuovo depuratore di Olbia e Arzachena; l’istituzione di una campagna di sensibilizzazione per un corretto utilizzo dell’acqua nelle case galluresi. Insieme agli interventi di captazione per il recupero dei 200 milioni di metri cubi d’acqua presenti a valle e altrimenti destinata al mare, fanno parte del progetto di programmazione della risorsa idrica messo a punto dal Consorzio di Bonifica della Gallura già nel 2002.
«Per garantire la stagione irrigua 2016 – ha aggiunto il presidente Marrone – sono necessari 15 milioni di metri cubi d’acqua, una quantità rilevante che può essere raggiunta solo seguendo una strategia precisa. Per questo, da più di dieci anni, chiediamo alla Regione Sardegna un nuovo approccio nella gestione dell’acqua in Gallura con interventi mirati e non con soluzioni last minute. Questa nuova crisi idrica ci dimostra come sia arrivato il momento di rimodulare il Mutuo Infrastrutturale della Regione e di sfruttare al meglio i fondi comunitari 2014-20 per investire nel nostro territorio evitando che gli agricoltori e gli allevatori galluresi possano restare senza acqua». (red)
(admaioramedia.it)
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