Ho incontrato in Commissione Cultura del Consiglio regionale i rappresentanti del mondo del Cinema sardo. In audizione ho sentito le ragioni di un settore bloccato da burocrazia e personalismi esposte dai registi Paolo Zucca (L’arbitro), Enrico Pau (L’accabadora) e Marco Antonio Pani (Capo e Croce).
I registi sardi hanno lamentato il fatto che dei 3 milioni e 400mila euro stanziati nell’ultima Finanziaria ben un milione fosse stato destinato direttamente alla Fondazione Sardegna Film Commission (Sfc). E hanno pienamente ragione.
Secondo l’articolo 26 della legge regionale, infatti, dello stanziamento totale al cinema sardo (3.400.000 euro) il 70% (2.380.000 euro) deve essere destinato alla Sfc e alla produzione. Nello specifico, di questi 2.380.000 euro, l’80% (1.904.000 euro) deve andare alla produzione di corto e lungometraggi e solo i restanti (476.000 euro) dovrebbero essere la dotazione della Sardegna Film Commission.
Non si capisce perché invece la Sfc abbia avuto dalla Giunta Pigliaru più del doppio dei finanziamenti previsti dalla legge. Non lo capiscono i registi sardi e non l’avevo capito neanche io che già durante la discussione della Finanziaria in commissione Bilancio, lo scorso febbraio, avevo segnalato la questione a una maggioranza di centrosinistra che ha fatto orecchie da mercante. Moviementu, in prima linea, e molti altri operatori del settore hanno lamentato quest’eccessiva dotazione finanziaria alla Fondazione, soprattutto per il fatto che la Film commission sarda non abbia agito sempre in modo trasparente nella gestione dei soldi da destinare al Cinema. In particolare hanno sollevato molte ombre sui bandi fatti dalla Sfc, sino a chiedere che i bandi siano gestiti esclusivamente dall’Assessorato alla Cultura e non dagli uffici di via Malta.
Sono d’accordo a metà con gli operatori del Cinema. Ritengo, infatti, che la film Commission sia l’organo più snello per gestire bandi e finanziamenti al cinema, molto più degli uffici dell’Assessorato dove mancano quelle competenze tecniche e la conoscenza delle esigenze specifiche di un settore così particolare come il mondo del cinema. Ma sicuramente un ruolo così determinante per le sorti del settore non può essere affidato all’attuale Film commission sarda. Già la scorsa estate ho chiesto l’accesso agli atti per avere i vari verbali delle riunioni del Cda della Sfc, per avere una visione più chiara su aspetti che di chiaro avevano poco. E considero assurda la conferma, avvenuta pochi mesi fa di Antonello Grimaldi come presidente della Sfc. Dopo una gestione, se non fallimentare, quantomeno discutibile della Fondazione, il regista sassarese è stato infatti 'premiato' con un nuovo giro di giostra su quello che dovrebbe essere un ente cardine per lo sviluppo del cinema in Sardegna. Temo che l’unico merito di Grimaldi sia quello di essere amico d’infanzia del Presidente Pigliaru. Un po’ pochino…
Su un’altra cosa concordiamo io e i rappresentati del settore isolano. Il cinema può essere un volano per l’economia sarda. Numerosi sono i riconoscimenti che arrivano nel mondo ai lavori dei registi sardi. Numerose le produzioni, anche straniere, che scelgono l’Isola e la sua immensa varietà paesaggistica come location per i loro set. Se adeguatamente investite e utilizzate, le risorse destinate dalla Regione al Cinema possono tornare decuplicate sul territorio. Garantire lavoro e formare nuove professionalità, destagionalizzando gli arrivi in Sardegna e arricchendo economicamente e culturalmente la nostra terra.
Paolo Truzzu – Consigliere regionale di Fratelli d’Italia
(admaioramedia.it)
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