Come ogni anno, a ridosso del 10 febbraio, data prescelta per celebrare il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, puntualmente rispuntano i tentativi di ridare fiato alla propaganda ‘negazionista’.
Dopo decenni – durante i quali una certa storiografia italiana, compiacente ed ideologicamente vicina ai partigiani comunisti di Tito, e la politica, che non voleva urtare i buoni rapporti con la confinante Jugoslavia, avevano occultato una sanguinosa pagina di storia patria – il passatempo preferito dagli eredi di costoro è negare o sminuire, in particolare durante eventi patrocinati dall’associazione partigiani (Anpi).
Anche la Sardegna, quest’anno, ha avuto i suoi convegni ‘negazionisti’ a Sassari e ad Alghero, addirittura col patrocinio delle due Amministrazioni comunali. Mentre la celebrazione ritorna nell’agenda governativa, col ministro Salvini che si recherà alla Foiba di Basovizza, sulla sponda ‘sinistra’ non vogliono fare definitivamente i conti con la storia, perciò alcune amministrazioni ‘rosse’ non solo snobbano o boicottano la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, istituito da quindici anni con una legge dello Stato per ricordare la tragedia di oltre 10.000 infoibati e di 350.000 esuli giuliano-dalmati, ma addirittura ‘sponsorizzano’ iniziative che vanno dal giustificazionismo al negazionismo con la presenza di autoproclamati storici, noti più per la loro militanza nei gruppuscoli di estrema sinistra che per gli studi.
Come l’ospite/relatore dei convegni realizzati a Sassari e ad Alghero (rispettivamente il 30 gennaio nella sala della Provincia ed il 31 gennaio 2019 nella sede della Fondazione Alghero): Eric Gobetti di Torino, tra i suoi saggi spicca uno intitolato “Com’è bello far le foibe da Trieste in giù”.
Noto anche per la sua passione nei confronti del maresciallo Tito, massimo responsabile della tragedia delle Foibe e dell’esodo, tanto che Gobetti porta sempre ai suoi eventi una bandiera jugoslava con la stella rossa in bell’evidenza.
“È vergognoso che, a pochi giorni dalle celebrazioni del Giorno del Ricordo, patrimonio di tutta la comunità nazionale, alcune amministrazioni pubbliche autorizzino e concedano il patrocinio (sarà interessante scoprire se hanno elargito anche contributi economici) ad eventi utili solo ad offendere la memoria di chi è stato vittima della violenza dei partigiani comunisti di Tito. Tanto più dimenticando che tanti sono stati esuli proprio a Fertilia”, ha commentato Salvatore Deidda, deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Difesa.
“Il mio gruppo parlamentare – ha aggiunto – ha già presentato un’interrogazione su fatti analoghi capitati in altre città e soprattutto, dopo aver scoperto i 100mila euro all’anno dati all’Anpi nell’ambito dei fondi dedicati alle associazioni combattentistiche, chiederemo al Governo di rivedere i fondi e negarli a chi li utilizza per trovare giustificazioni o negare questo dramma nazionale”.
Intanto, le celebrazioni per il 10 febbraio in Sardegna si svolgeranno a Cagliari, alle 10.30 in piazza Martiri delle Foibe (nel Parco delle Rimembranze), con la consueta cerimonia a cura del “Comitato 10 febbraio”, ed a Fertilia (Alghero), dove su iniziativa di CasaPound, verranno omaggiate le vittime e gli esuli: un corteo partirà alle 18 da piazza Venezia Giulia.
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)