“Abbiamo subito nel 2014 un taglio improvviso del 30%, poi ridotto al 20%, nel mese di novembre a programmazione già chiusa, eppure abbiamo 45 compagnie ed un pubblico di 60.000 spettatori l’anno, che ci consente di coprire il 40% dei costi con una performance superiore alla media nazionale e siamo presenti in 15 Comuni comprese piccolissime realtà come quella di Meana Sardo”. Lo ha evidenziato il presidente di Cedac Sardegna, Antonio Cabiddu, durante l'audizione in Seconda commissione del Consiglio regionale, dedicata all’esame della Finanziaria 2015.
“Il circuito sardo, uno dei 13 attivi in campo nazionale – ha aggiunto – ha tutte le carte in regola per affrontare le sfide della nuova legge di riforma nazionale, che ha come cardine il ciclo triennale di programmazione. Possiamo crescere ancora anche integrando nel nostro circuito la musica e la danza, ma paradossalmente siamo sull’orlo della scomparsa. Dopo le 220 giornate degli anni precedenti, quest’anno siamo già scesi a 170 avvicinandoci pericolosamente alla soglia di 160 giornate fissata dal Ministero, è ora che la Regione si occupi di questo problema che, anche sul piano culturale, rischia di cancellare la Sardegna dalle geografia nazionale”. (red)
(admaioramedia.it)