Sarà l’ultima Finanziaria della storia politica del presidente Pigliaru, anche perché non sarà ricandidato per il centrosinistra a febbraio 2019, difesa a spada tratta dall’Esecutivo e dalla maggioranza consiliare: in testa il Partito democratico, che, nella conferenza stampa di festeggiamento per l’approvazione nei tempi previsti, ha schierato il capogruppo Cocco ed il presidente della Commissione Bilancio Sabatini. Sull’altra parte della barricata, l’opposizione di centrodestra l’ha bollata con un sola parola: “Elettorale”.
“Dopo cinque anni di devastazione, una manovra improduttiva di una Giunta che in tanto tempo non ha certamente cambiato il volto della Sardegna – ha detto Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia – Che dopo aver rinunciato a tutti i ricorsi contro lo Stato, ritrova la battaglia sugli accantonamenti contro il nuovo Governo. Le uniche note positive sono rappresentate da alcune misure suggerite, ma con un ritardo di anni, con le nostre proposte: fondi per le convenzioni del 118; stanziamenti a favore di famiglie, studenti, lavoro e utilizzo delle risorse regionali, in luogo di quelle europee, per le attività produttive ed in particolare per l’artigianato e il commercio”.
Per il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, “il rischio è rappresentato dal pericolo impugnativa da parte del Governo nazionale, per la mancata evidenza nel bilancio di una quota degli accantonamenti, ed in quel momento Paci sarà solo uno spettatore e toccherà ad altri sistemare i conti. Altro che conti in ordine nella sanità, la promessa tradita è proprio il mancato ripianamento del deficit sanitario, oltre allo sfascio provocato a danno di cittadini ed operatori. Una manovra elettorale che ricorda quella 2018, a ridosso delle scorse elezioni politiche, spudoratamente a caccia di voti”.
“A bocciare la Finanziaria saranno i Sardi nelle urne – ha sottolineato il consigliere del Psd’Az, Paolo Dessì – Una manovra che si caratterizza per le ‘mancette’ richieste dai singoli consiglieri, che vede Presidente ed Assessori sfiduciati dalla propria maggioranza che l’ha fortemente modificata in Commissione. I loro fallimenti sono evidenti ed in un altro paese gli assessori continuamente sfiduciati dalla propria maggioranza si sarebbero dimessi. In tema di accantonamenti, sarà inutile presentarsi alle urne con questo slancio di dignità dopo anni nei quali hanno rinunciato a far valere i diritti dei Sardi nei confronti dello Stato”. Secondo il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, “è una manovra senza anima, non si intravede un progetto per il futuro della Sardegna da parte di questa Giunta, che rinunciando ai ricorsi contro lo Stato ha perso tanti soldi dei Sardi e si sta svegliando troppo tardi”. (fm)
(admaioramedia.it)