Il Consiglio regionale ha approvato la manovra finanziaria per il 2018: poco meno di 8 miliardi di euro. Per l’Esecutivo si tratta di “una Finanziaria di sviluppo, che punta a potenziare la ripresa rafforzando fortemente il tessuto economico, sociale e lavorativo della Sardegna, con particolare attenzione all’istruzione, tasse al minimo per dare ossigeno a famiglie e imprese, un Piano per il lavoro per tutte le categorie in difficoltà, fondo unico per gli Enti locali ed incremento del 50% del Reis, il reddito di inclusione sociale”.
Soddisfatto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru: “La Finanziaria della ripresa: intercetta, rafforza e amplifica i segnali positivi che stanno arrivando – ha commentato – La Finanziaria del lavoro e del sociale: con LavoRas e con l’aumento del Reis vogliamo dare risposte alle categorie più deboli della società, garantendo assistenza ai poveri, intervenendo sulle emergenze e nello stesso tempo creando occasioni di lavoro per i giovani e i meno giovani, per garantire quell’inclusione che è un aspetto fondamentale e imprescindibile della nostra manovra. Poi, un grande investimento sull’istruzione, dalla scuola all’Università per assicurare ai nostri giovani quella formazione indispensabile a costruire una realtà lavorativa solida”.
La manovra – approvata in Giunta lo scorso 17 ottobre – ha visto alcune modifiche votate in Aula: ai 156 milioni di euro stanziati per l’istruzione con il potenziamento di Iscol@, la lotta alla dispersione scolastica e il finanziamento del settore universitario, con gli emendamenti se ne sono aggiunti altri 17 e 200mila per borse di studio Ersu, fitto casa, borse di specializzazione mediche, finanziamento delle università di Cagliari e Sassari; ai 346 milioni stanziati per il sociale se ne sono aggiunti altri 24,1 per portare il Reis stabilmente da 30 a 45 milioni di euro, per finanziare con 5 milioni le leggi di settore e garantire il funzionamento di centri antiviolenza, educazione alimentare e reddito di libertà. Il lavoro ha avuto una particolare attenzione: sta prendendo forma LavoRas, piano straordinario da 127 milioni, che si snoderà principalmente attraverso cantieri e bonus occupazionali.
Per l’agricoltura oltre ai 344 milioni della Giunta ci sono i 20 per le calamità del settore non ovicaprino che si aggiungono ai 25 statali e ai 45 per l’ovicaprino, e finanziamenti per apicoltori, cavallini della Giara, allevamento, bandi per la pesca e lotta durissima alla peste suina africana che si vuole completamente eradicare in tempi brevi. 10milioni in più vanno a cultura e sport oltre ai 73 della Giunta per la valorizzazione dei Giganti di Mont’e Prama ma anche per le industrie creative, le residenze artistiche e un piano straordinario di scavi archeologici. Altri 5 milioni destinati all’ambiente con i 627 stanziati dalla Giunta: con un piano di investimento da 17 milioni saranno acquistati moderni mezzi multiuso per il potenziamento del sistema regionale della protezione civile. E poi bonifiche dei siti inquinati, gestione dei rifiuti, contrasto all’erosione costiera. 55 milioni vanno al turismo per l’allungamento della stagione, l’attivazione di sistemi di iperconnessione con i visitatori e la valorizzazione in chiave turistica dei tratti identitari dell’isola. Con 50 milioni per l’edilizia si lavorerà a un piano di manutenzione degli alloggi Area, all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e a nuovi progetti di housing sociale. La politica per i trasporti può contare su 554 milioni, più 3,4 per ripianare il debito Arst: fra le priorità, oltre alla continuità territoriale aerea e marittima, la mobilità urbana, le reti ciclabili, l’interconnessione fra hub portuali e aeroportuali, il potenziamento e l’integrazione dei trasporti su ferro e gomma. Alla sanità sono destinati 3 miliardi e 488 milioni: oltre a garantire i Lea, saranno riorganizzate le cure territoriali, attuate la riforma della rete ospedaliera e il piano di riqualificazione e riorganizzazione del sistema. Per innovazione, sviluppo tecnologico, internazionalizzazione, metanizzazione e mobilità elettrica ci sono 134 milioni.
“Abbiamo mantenuto le promesse, non andare in esercizio provvisorio, varare un piano per il lavoro e dare risposte forti sul sociale, l’istruzione e l’agricoltura – ha aggiunto l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci – Abbiamo deciso di non aumentare le tasse, tenendole al minimo e rinunciando di fatto a incassare 230 milioni per lasciarne 130 alle famiglie e 100 alle imprese”.
Dai banchi dell’opposizione, ha contestato la manovra della Giunta Pigliaru, il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu: “Questa Finanziaria dimostra ancora una volta la distanza dal mondo reale fatto da troppi, tanti disoccupati, famiglie indigenti sulla soglia della povertà estrema, trasporti da terzo mondo con una continuità territoriale da girone dantesco. Un documento contabile senza un progetto. Non si palesano strategie adeguate alla crescita strutturale del sistema economico e produttivo della Sardegna. Il livello delle risorse destinate alle imprese agricole è largamente insufficiente rispetto alle esigenze reali. Pochi fondi, troppa burocrazia e nessun passo coraggioso verso il mondo della piccola impresa”.
“Questa finanziaria rappresenta l’ennesima sfida persa da questa Giunta, incapace di dare nuova linfa alla nostra economia – ha detto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis – Troppe emergenze irrisolte. Anzi, i dati economici indicano un declino irreversibile della Sardegna, con una disoccupazione senza freni e una crisi strisciante delle aziende. Il documento contabile di Pigliaru e compagni si propone per l’assenza di interventi utili a riprendere la marcia. Si comincia con un piano per il lavoro da 127 milioni di euro che in realtà è una scatola vuota, che altro non fa che rinviare ogni intervento possibile teso ad arginare la povertà e le disuguaglianze. L’amara realtà è che le aziende agropastorali non hanno ancora ricevuto un centesimo dei finanziamenti assicurati. I Comuni boccheggiano per fronteggiare le emergenze dei cittadini. Le strutture sanitarie devono fare i salti mortali per far quadrare i conti. Nelle aree industriali della Sardegna le aziende scappano verso altre parti per la mancanza di infrastrutture per lo sviluppo. I giovani sono costretti a lasciare l’Isola per l’assenza di prospettive per il futuro”. (red)
(admaioramedia.it)