“E’ assurdo che, mentre a Milano si apparecchia per servire insetti o carne di coccodrillo ai visitatori e a Tokyo il ministro Martina brinda all’arrivo di cibi giapponesi vietati nella Ue, come il katsuobushi o il fugu, affermando che la straordinarietà dell’Expo risiede proprio nel fatto che molti Paesi porteranno cibi che egli definisce particolari, il Ministero della Salute Lorenzin faccia mille difficoltà per i maialetti e i salumi sardi, tenendo un atteggiamento ostile e punitivo”. Lo ha dichiarato Ugo Cappellacci, consigliere di Forza Italia.
“Si mettano da parte argomentazioni pretestuose – ha proseguito Cappellacci – e si aprano le porte dell’Esposizione anche ai nostri prodotti. Altrimenti, considerato che la partecipazione della Regione non è certo gratuita, la Giunta è ancora in tempo per dirottare le ingentissime somme stanziate per altre iniziative, dove i nostri cibi sono ben accolti. Peraltro, è il caso di pensare anche al dopo Expo. Una volta chiuso l’evento, ammettendo che i nostri prodotti citati alla fine abbiano libero accesso, occorre disporre misure straordinarie affinché chi ha avuto modo di conoscerli poi abbia la possibilità di ritrovare nell’Isola i veri maialetti sardi e non quelli taroccati. In questo senso, vista la ritrosia del Governo a riconoscere la nostra specificità, suggeriamo alla Giunta di condividere un’azione comune per il marchio identitario e per l’indicazione obbligatoria dell’origine. In altre parole, impegniamoci anche sul fronte interno affinché i prodotti che arrivano nelle case, negli alberghi, nei ristoranti e nelle mense scolastiche siano sardi.“
“Non possiamo che stigmatizzare ancora una volta l’atteggiamento di un governo nemico di uno dei settori tradizionali della nostra economia, già gravemente penalizzato da provvedimenti ingiusti come l’Imu agricola e l’aumento delle accise sulla benzina agricola – ha concluso l’ex Governatore – Per l’imposta, rilanciamo la proposta di legge presentata da Forza Italia in Consiglio regionale per esentare i Comuni sardi, mentre sulle accise c’è ancora una partita aperta tra lo Stato e la Sardegna e ribadiamo la necessità di prevedere degli sgravi che alleggeriscano il peso di chi lavora, di chi produce per tradurli in benefici anche per i consumi e per l’occupazione. Vorremmo che il dibattito ritornasse su questi aspetti e che i ministri la smettessero di fare i buttafuori”. (red)
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