In questi anni ci eravamo “abituati” agli sbarchi di popolazioni africane sulle nostre coste, scappavano da fame e guerre, un crescendo di tragedie ci ha mostrato il volto crudele di una vera e propria fuga di massa, donne, vecchi, bambini, uomini disperati che cercano un riparo per le proprie giovani famiglie, morti in mare come non era mai successo, difficile da accettare, ha colpito più di una coscienza, ha colpito me e nel 2015 è nata “Fuga”, una sequenza di 11 opere che raccontano la tragedia dell’immigrazione e gli errori di una classe politica inadeguata e in malafede.
Mentre tutto ciò accadeva, si compiva un’altra tragedia, più silenziosa, meno televisiva, minimizzata, la fuga degli italiani dall’Italia, giovani, meno giovani, alla ricerca di lavoro e dignità, alla ricerca di un futuro non più possibile nel proprio Paese, alla ricerca di valori sociali da condividere, da trasmettere ai propri figli. Mi sento toccato direttamente, la negazione del futuro uccide chiunque, la ricerca di nuove occasioni di vita può essere disperata, lunga e difficile, ti senti sconfitto, la tua ‘comfort-zone’ scompare, sei costretto a mettere in gioco i tuoi talenti, scoprirli, raccontarli, metterli a disposizione della tua prospettiva futura, devi conquistare la consapevolezza di averli e avere il coraggio di mostrarli… con determinazione. Vado a scavare tra le mie origini, storie che conosco o che mi faccio raccontare, storie di persone che hanno dovuto prendere in mano la propria vita sempre, origini umili, territori socialmente difficili, natura ingenerosa, montagna, neve, banditi, isolamento. Scopro che c’è un popolo che ha conservato valori e conoscenza del saper-fare nonostante le difficoltà, ri-scopro le mie radici nelle persone che questi sacrifici li hanno compiuti, che attraverso quelle scelte, mi hanno permesso di avere una vita migliore.
Allora allo smarrimento si contrappone l’orgoglio, la riconoscenza verso quelle persone che per me si sono battute, hanno superato guerre, fame, banditi e solitudine, scopro che quegli uomini e quelle donne sono stati molto più di quanto io li abbia mai considerati, erano forti e onesti, innovatori, sapevano guardare in faccia la realtà senza mai sfuggirle, costruivano il futuro con visione positiva, aprivano strade nuove, cercavano e trovavano nuovi orizzonti. Questi sono gli abitanti di Desulo, un piccolo paese incastonato tra le montagne del Gennargentu, le mie origini sono li, ho scoperto un popolo che da sempre esoda ma non dimentica le proprie origini, forza e orgoglio che trasmette alle generazioni future, valore del saper fare, del guardare avanti con determinazione, superando gli ostacoli che la vita inevitabilmente presenta, guidati da lealtà, dignità e rispetto del prossimo. “Exodus” è un omaggio alle mie origini, il racconto di un viaggio senza tempo di un popolo alla ricerca di nuove opportunità, che porta con se valori e capacità di esprimerli.
Franco Nonnis (fotografie di Alessandro Spiga)
(admaioramedia.it)
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Rosalba Serra
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