La Corte costituzionale con la sentenza numero 82 ha dichiarato cessata la materia del contendere su alcune questioni di legittimità costituzionale del decreto "Salva Italia" del 2011, perché con la delibera del 17 Marzo 2015 la Giunta Pigliaru ha formalizzato la rinuncia al ricorso: "Un monumento alla codardia politica di una Giunta che svende gli interessi dei Sardi al Governo Renzi”, così hanno commentato Ugo Cappellacci e Alessandra Zedda, consiglieri regionali di Forza Italia.
“La nostra Giunta – hanno spiegato i due forzisti – impugnò quegli articoli, in difesa degli interessi dei Sardi, perché fissavano un ulteriore concorso delle Regioni speciali alla finanza pubblica senza alcun preventivo accordo e in violazione dello Statuto sardo. In altre parole, il Governo Monti metteva le mani nel salvadanaio dei Sardi e creava le condizioni affinché altrettanto fosse possibile per i suoi successori, Letta e Renzi. Non solo lo Stato non saldava quanto dovuto alla Regione, ma perpetrava così nuovi scippi a danno della Sardegna e dei Sardi. Così faceva mancare alla Sardegna le risorse idonee a finanziare integralmente le funzioni pubbliche attribuite dallo Statuto e violava gravemente le norme statutarie e costituzionali sulla compartecipazione alle entrate."
Ma come se non bastasse, secondo Cappellacci e Zedda, il decreto "ha esposto la Sardegna a futuri e ulteriori scippi, oggi messi in atto dal Governo Renzi ed emerge uno degli effetti dell’accordo-patacca firmato dal presidente Pigliaru con il ministro Padoan. La scienza del presidente Pigliaru e dell’assessore Paci è incompresa nell’Isola, sicuramente è apprezzata nei dintorni di Palazzo Chigi, ma costa caro ai Sardi, facendo perdere centinaia di milioni di euro ogni anno alla Sardegna”. (red)
(admaioramedia.it)