“In merito alla riforma dell’ordinamento degli enti locali, l’opposizione è perché si faccia la riforma di cui c’è bisogno, non una qualsiasi che la maggioranza ha rimandato per un anno, salvo poi scoprire di avere una fretta del diavolo ora che deve correre ai ripari dopo il recente insuccesso elettorale”. Lo ha detto il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, commentando il vertice di maggioranza dove il centrosinistra ha avviato la discussione sul disegno di legge di riforma degli enti locali.
“Di certo non ci piace il metodo della maggioranza, che tanto lascia pensare a una riforma calata dall’alto, decisa all’interno dello schieramento che governa la Regione e poi imposta a tutti gli altri, primi tra tutti i diretti interessati – ha detto Dedoni – Come opposizione, ci saremmo aspettati di essere coinvolti ben prima che si cominciassero a scrivere i disegni di legge, per poter contribuire a definire il nuovo quadro istituzionale generale che si vuole introdurre in Sardegna. Ci saremmo inoltre aspettati che ai rappresentanti degli enti locali venisse riconosciuto un ruolo da protagonisti nell’elaborazione di questa riforma, visto che nessuno più di loro può sapere di cosa hanno bisogno. Invece no, si procede come per una legge di stampo ordinario, anzi, per una leggina senza troppe pretese, una di quelle che il Consiglio licenzia in mezz’ora. Questa riforma dovrebbe riguardare gli strumenti istituzionali per l’autogoverno dei territori ma, nelle stanze della coalizione di centrosinistra nel Palazzo di via Roma, c’è ben poco sia di autogoverno che di territori”.
“Infine – ha detto l'esponente dei Riformatori – desta non poca preoccupazione il fatto che da questo disegno di legge si vogliano far discendere le riforme delle aziende sanitarie locali e dei consorzi industriali, perché conferma la volontà di perseverare nell’errore di considerare Asl e consorzi come livelli istituzionali di governo del territorio e non come strumenti funzionali alla realizzazione delle politiche regionali in materia, rispettivamente, di sanità e industria, quali dovrebbero essere.” (red)
(admaioramedia.it)
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