La nuova legge di riforma degli Enti locali ha stabilito che nell’Isola ci sarà una sola città metropolitana, quella di Cagliari, e che ne fanno parte, oltre il Capoluogo, anche altri sedici comuni: Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Pula, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Sarroch, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta e Villa San Pietro.
Secondo i Riformatori, agli altri comuni confinanti che ne volessero fare parte deve essere concessa la possibilità di aderire ed hanno presentato un’apposita proposta di legge in Consiglio regionale.
“Nella prima stesura del disegno di legge – ha ricordato Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori – era prevista l’adesione facoltativa dei Comuni confinanti alla città metropolitana, aver cancellato tale eventualità è un’ingiustificata e arbitraria esclusione di alcuni Comuni, come San Sperate, Monastir, Burcei, Ussana, Serdiana, Dolianova e Soleminis, che vantano significative relazioni economiche e sociali con il capoluogo della Sardegna”. Ha anche ricordato come il Comune di Burcei, nel corso degli anni, ha condiviso una serie di servizi municipali con Sinnai e Maracalagonis e che, in virtù della norma varata dal Consiglio regionale, si trova a far parte dell’Unione dei Comuni del Gerrei o del Sarrabus, che distano minimo 40 chilometri e dove in alcuni casi i collegamenti stradali sono del tutto assenti. La proposta dei Riformatori prevede che “i Comuni confinanti con quelli della città metropolitana di Cagliari possano esercitare l’iniziativa di farne parte con deliberazione del Consiglio comunale adottata a maggioranza di due terzi dei componenti”. (red)
(admaioramedia.it)
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Aldo Manunza
Non ha alcun senso allargare il bacino se non quello di ostacolare e rimandare la partenza del progetto.I tempi sono stretti e l’Isola necessita di compiere i passi necessari allo sviluppo delle iniziative produttive.