Dopo oltre un anno di gestazione, numerose riscritture, contrasti all'interno della maggioranza e minacce di dimissioni dell'assessore Erriu, la riforma degli Enti locali è legge. I mal di pancia dei consiglieri sassaresi e galluresi del centrosinistra sono rientrati quasi tutti nel nome della prosecuzione ‘pacifica’ della Legislatura. Solo il gallurese Giuseppe Meloni, sindaco Pd di Loiri Porto San Paolo, ha confermato le perplessità mostrate da subito nei confronti della legge fino a votare contro: “Sono stato critico dall’inizio – ha spiegato – ho tentato di dare un apporto in commissione e in Aula, ma è rimasta la mia contrarietà di fondo”.
Per Antonello Peru (FI), “il 'cagliaricentrismo' è legge. L’Isola è così diventata un piano inclinato che fa scivolare verso Cagliari competenze, funzioni, servizi e soprattutto risorse. Al resto dell’Isola non resta, invece, che la mortificazione politica e la negazione delle legittime aspirazioni per un futuro di crescita e sviluppo. Il professor Pigliaru rinunciando a combattere il governo di Roma per difendere gli interessi dei sardi sta trasformando la Sardegna in un campo di battaglia, dove a fronteggiarsi sono i sardi l’uno contro l’altro armati sui trasporti come sulla sanità, sulla scuola come sugli Enti Locali”.
Anche per Edoardo Tocco (FI), “con l’approvazione di questa legge perde la Sardegna. Da cagliaritano doc sono profondamente amareggiato perché il capoluogo non può accentrare tutti in servizi, attraverso l’istituzione della Città metropolitana. Si rischia di avere un unico polo egemone nell’Isola, con la città di Cagliari che risucchia gli altri centri. Il pericolo arriva anche dal progetto delle Unioni dei Comuni con tanti piccoli paesi che potrebbero essere fagocitati dai grandi centri isolani”
“Speranze deluse, aspettative saltate e tanti possibili vantaggi mancati – ha commentato il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu – Questa legge, che avrebbe dovuto rappresentate un trampolino di lancio per le autonomie locali, è un pasticcio. Il disegno è diventato un mostro di enti e differenziazioni che renderanno inefficace il testo. Si è preferito scontentare territori, Comuni, sindaci e semplici cittadini. La Città metropolitana di Cagliari è un organismo che allarga la disparità tra i territori. Sarebbe stato opportuno istituire due città metropolitane per venire incontro a tutte le richieste. Con le Unioni dei Comuni si rischia di cancellare l’identità dei centri isolani, che saranno sempre più fagocitati all’interno di organismi allargati”.
Gianni Lampis (FdI) annunciando il voto contrario ha ricordato l’iter della riforma: “Questo disegno di legge è stato approvato dalla Giunta il 15 gennaio 2015, ad un anno di distanza non ci sono vincitori ma un unico sconfitto: il popolo sardo. E’ stata costruita senza un percorso partecipativo dei territori, si è preferito decidere in una stanza con matita e squadretta. Potevamo fare di più e di meglio, noi come opposizioni ci abbiamo provato presentando proposte migliorative. Inoltre, pensavamo che non si dovesse più parlare di province, invece oggi si crea una nuova provincia, quella del Sud Sardegna, che richiederà di elaborare nuovi regolamenti e di individuare un nuovo capoluogo. Avevamo la possibilità di pensare ad un’unica città metropolitana o a due città, una del Sud e una del Nord, sarebbe stato questo il modo per costruire una Sardegna in grado di camminare in modo armonico e solidale. Oggi invece si creano territori di serie A e B”.
“La legge approvata oggi rappresenta la mazzata finale per il sistema delle autonomie locali in Sardegna – ha aggiunto il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni – Se mai si dovesse giungere alla sua applicazione, si creerebbe il caos più totale, con una moltiplicazione dei livelli istituzionali e una riduzione degli spazi di democrazia tali da rendere impossibile per i cittadini capire da chi e da quali enti il loro territorio è governato. Si è riusciti a inventare una pletora di nuovi enti, moltiplicando le poltrone da distribuire e creando nuove disparità tra i territori, concentrando ancora più risorse ed opportunità sulle aree già privilegiate, in particolare quella di Cagliari, e penalizzando sempre di più la Sardegna centrale, il cui spopolamento, grazie a questo provvedimento, è destinato a un’ulteriore accelerazione. Comprensibile la soddisfazione del centrosinistra, che ha visto trionfare i propri bizantinismi con l’approvazione di una controriforma scritta ben cinque volte e poi ancora riscritta in Aula a colpi di emendamenti pur di riuscire a soddisfare tutti gli appetiti possibili”. (red)
(admaioramedia.it)
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FSISassari
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