Doveva esser fatta una legge per istituire, a sanatoria (dopo aver già abbondantemente beneficiato di fondi comunitari del Pon Metro e di Italia sicura), la città metropolitana di Cagliari e così è stato. Tutto il resto è contorno: dal drastico ridimensionamento del ruolo dei Comuni a vantaggio delle Unioni di comuni, alla soppressione delle province Gallura ed Ogliastra, ma non anche di quelle del Medio Campidano e del Sulcis, che invece sopravvivono, fondendosi nella nuovissima quanto stravagante provincia del Sud Sardegna. La fantasiosa classificazione delle Unioni (normali, montane, medie, urbane e metropolitane) testimonia della inventiva del legislatore regionale, che sempre meno rispetta i principi di astrattezza e generalità, caratteristiche essenziali delle leggi, per produrre invece norme, con un dettaglio fotografico che non hanno neppure i provvedimenti amministrativo.
A questo punto attendiamo di sapere se il Governo impugnerà dinanzi alla Corte costituzionale questa legge regionale, che istituisce nuove province proprio mentre il Parlamento le sopprime. Nel frattempo facciamo partire l'organizzazione dei comitati referendari in tutti i comuni. L'ultima parola sull'organizzazione dei poteri pubblici in Sardegna e sui diritti e le opportunità dei Sardi, spetterà così direttamente ai cittadini
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