Con 29 voti a favore e 17 contrari (compreso quello di Giuseppe Meloni, consigliere gallurese del Pd) il Consiglio regionale ha approvato la travagliata riforma degli Enti locali presentata dalla Giunta Pigliaru. Tre i capisaldi del nuovo assetto istituzionale della Sardegna: Unioni di Comuni; Città metropolitana; superamento delle Province. Quindi, Cagliari sarà l’unica Città metropolitana insieme ad altri sedici Comuni, le province Sulcis, Medio Campidano, Gallura ed Ogliastra spariscono, mentre quella che raccoglierà l’eredità dei Comuni non compresi nell’ente metropolitano si chiamerà Sud Sardegna. Sassari sarà Rete metropolitana, mentre Olbia, Nuoro ed Oristano sono nominate Città medie e Carbonia ed Iglesias diventeranno Rete urbana.
“Le Unioni di Comuni e le loro varianti territoriali (Rete metropolitana di Sassari e Reti urbane) costituiscono la vera sfida, in quanto introducono un assetto che punta a rafforzare e valorizzare la cooperazione tra Comuni – ha spiegato l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu – Si tratta, peraltro, di un esempio unico in Italia: siamo l’unica regione ad aver reso obbligatoria l’adesione di tutti i Comuni ad un’Unione. Questa Giunta ritiene che le Unioni di Comuni siano il vero progetto innovativo sul quale puntare e una sfida decisiva per il futuro”.
“Il modello della Città metropolitana di Cagliari – ha aggiunto Erriu – è del tutto originale rispetto a quanto fatto nel resto d’Italia, dove coincide con il territorio dell’intera provincia, mentre in Sardegna sono 17 i Comuni che andranno a farne parte, ovvero quelli che hanno una stretta relazione con il capoluogo sardo. Infine, con il superamento delle Province viene data definitiva attuazione all’esito dei referendum promossi nell’Isola nel 2012. Ci sarà la chiusura delle quattro Province istituite in tempi più recenti, e stiamo avviando il percorso per la definitiva soppressione di quelle storiche. Gran parte delle funzioni provinciali sarà trasferita alle Unioni di Comuni in modo graduale e concordato, garantendo ai cittadini e alle imprese la piena continuità dei servizi sinora erogati”.
Per l’Assessore, che si è battuto per la sua riforma, fino a minacciare le dimissioni in caso di mancata approvazione, “è una svolta storica che conferirà ai Comuni e alle loro Unioni un ruolo da protagonisti nelle scelte strategiche di ciascun territorio. Questa riforma è strettamente collegata alle altre che la Giunta Pigliaru si appresta a portare in Aula, vale a dire quelle su sanità e welfare, Statuto e riorganizzazione del sistema Regione”. (red)
(admaioramedia.it)