E’ forte anche in Barbagia e nel Mandrolisai il malcontento contro la proposta di legge nazionale sull’accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti. La bozza, presentata a metà novembre nell’aula di Montecitorio dal parlamentare del Pd Emanuele Lodolini, ora rinviata alla Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati, vede come firmatari 20 deputati del Partito democratico. Se attuata porterebbe ad uno stravolgimento degli enti locali di tutta Italia: 5.700 centri verrebbero soppressi, 317 in Sardegna, dove si ‘salverebbero’ solamente in 60.
La ‘scure democratica’ trae ispirazione dalla Riforma Delrio, desiderosa di abbattere costi ed apportare ipotetiche semplificazioni, incapaci con le unioni dei comuni e le città metropolitane di tenere conto delle specificità delle realtà coinvolte. La beffa presenta dei contorni che potrebbero apparire come una minaccia: le Regioni che non provvederanno ad attuare le disposizioni perderanno fino a metà dei contributi, ad eccezione di quelli legati a sanità e trasporti. La notizia, intanto, non smette di creare polemiche accogliendo diversi no bipartisan nello scenario politico regionale. Tra questi, si registrano quelli di Romina Mura (deputata Pd e sindaco di Sadali), Antonio Satta (segretario Upc e sindaco di Padru) e del presidente Anci Piersandro Scano. Sulla stessa linea gli amministratori comunali barbaricini, fortemente preoccupati da una misura che di fatto cancellerebbe l’autonomia di quelle piccole realtà, rimaste ormai ultimo baluardo all’assenza di Stato e Regione.
“Sono nettamente contraria a tutte le ipotesi di fusione obbligatoria dei comuni – spiega Flavia Loche, sindaco di Tonara – Le fusioni devono infatti aver luogo su base esclusivamente volontaria. In questo modo, si cancellano invece identità e storia e si desertificano le aree marginali del nostro territorio, costringendo di fatto i cittadini a trasferirsi nelle zone urbane. Ci dovrebbero spiegare con elementi oggettivi quali sarebbero, dunque, i benefici di questo disegno. I piccoli paesi sono additati come un elemento negativo, ma in realtà garantiscono la presenza della popolazione sul territorio fornendo anche servizi adeguati con tariffe che incentivano la permanenza dei residenti nei nostri centri assicurando la vicinanza delle istituzioni ai cittadini". “Sono nella stragrande maggioranza – prosegue – borghi di grande interesse storico e culturali, forieri di una solida economia, vanto per l’Italia e nel mondo. Ragioni economiche non possono giustificare la cancellazione di una comunità: ci sono altri modi per risolvere i problemi dove esistono.”
Gli fa eco Francesco Zucca, primo cittadino di Tiana: “Si tratta di una pazzia. Con le unioni dei comuni si è provato già nel passato ad accorpare i servizi senza riuscirci. Abbiamo seri problemi di ordine geografico che andrebbero tutelati, fra tutti i trasporti. Se la proposta dovesse diventare legge sarebbe il caos totale. Pensiamo agli anziani che non possiedono un automobile, come farebbero a recarsi in un altro comune per beneficiare di un servizio? I legislatori pensano che il risparmio sia grande, ma per le nostre comunità i costi di eventuali soppressioni sarebbero maggiori. E’ inammissibile che le funzioni tipicamente comunali vengano affidate a degli enti di maggiori dimensioni. Se necessario ci opporremo a tutto ciò con determinazione.”
Totalmente contrario anche Giovanni Arru, sindaco di Sorgono: “E’ l’ultima cosa che avrebbero potuto fare. In questo modo si continua a sfilacciare il territorio. Non è attuando una fusione dei comuni che si cancellano gli sprechi. I nostri enti meriterebbero un maggiore riconoscimento. Un comune non può essere infatti utilizzato come esattore statale, il suo ruolo dovrebbe essere invece quello di portare avanti una politica di sviluppo. Con la mancanza di servizi, le nostre comunità continueranno a spopolarsi e il tutto degenererà in un’emigrazione di massa. Auspico che il Parlamento ragioni e legiferi adeguatamente. Questa è una controriforma in cui faremo sentire la nostra voce.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
8 Comments
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