Dopo un’indagine partita da accertamenti in materia di spesa pubblica, condotta sotto la guida della Procura della Repubblica di Parma, la Guardia di finanza di Sassari ha eseguito un provvedimento di sequestro nei confronti di tre società agricole a Cheremule, Bonnanaro ed Oristano.
L’attività del Nucleo di Polizia Tributaria ha consentito di far emergere l’ipotesi di truffa aggravata per conseguire erogazioni pubbliche, perciò è stato disposto il sequestro preventivo di beni e denaro nei confronti degli indagati. Infatti, dalle indagini è emersa una frode connessa alla realizzazione di impianti di serre fotovoltaiche presentati come ‘strumentali’ all’attività agricola.
Gli impianti, artatamente qualificati come serre fotovoltaiche al fine di beneficiare illecitamente delle agevolazioni nel settore agricolo, urbanistico e ambientale, non sono risultati pienamente funzionali alle attività agricole, ma risultano realizzati esclusivamente per la produzione industriale di energia elettrica al fine di ottenere gli incentivi pubblici. In particolare, è stato scoperto un disegno criminoso ideato da tre persone, che avrebbero aggirato la normativa costituendo società che, prive dei requisiti (con peculiare riferimento alla capacità agricola adeguata), hanno indebitamente ottenuto ingenti somme di denaro come incentivi per la produzione di energia elettrica mediante serre fotovoltaiche.
I contributi sono riservati per legge a chi svolge direttamente attività agricole, mentre in questo caso gli investitori (come emerso dalla documentazione acquisita ed analizzata nelll’indagine dei finanzieri di Sassari) sembrerebbero essere stati interessati unicamente all’incasso del contributo erogato dal Gestore per i Servizi elettrici (Gse), e si sarebbero invece totalmente disinteressati della coltivazione del terreno. I finanzieri hanno eseguito, nei confronti dei tre rappresentanti legali e delle tre società da loro rappresentate, sequestri preventivi delle somme di denaro incamerate a titolo di incentivi, dei beni rientranti nella disponibilità delle società stesse e dei beni comunque riconducibili a tutti gli amministratori fino alla concorrenza dell’ammontare del profitto del reato che, solo per il periodo 2012/13, ammonta complessivamente a 7 milioni 535mila 924 euro.
L’operazione, che ha avuto ampio respiro in ambito nazionale, ha visto il coinvolgimento, oltre a quello di Sassari, di altri reparti della Guardia di finanza di Milano e Terni. (red)
(admaioramedia.it)