La Commissione tecnica nazionale di Valutazione dell’impatto ambientale ha concluso il lavoro istruttorio sul progetto degli impianti di solare termodinamico nei territori di Gonnosfanadiga e di Villasor e Decimoputzu (Flumini Mannu) esprimendo parere positivo. Ma il presidente Pigliaru ha preso carta e penna ed ha scritto al premier Gentiloni per chiedere un intervento ed impedire la realizzazione dei due impianti.
“La Regione ha sempre manifestato la propria netta contrarietà – ha spiegato Pigliaru, citando i pareri tecnici inviati alla Commissione nazionale, la lettera al ministro Galletti e la mozione del 28 settembre scorso del Consiglio regionale e il parere negativo del Ministero dei Beni culturali – E’ doveroso ribadire ancora una volta la forte contrarietà delle istituzioni regionali e locali, nonché dei territori”.
Il Presidente nella lettera ha anche sottolineato che “il piano energetico ambientale della Sardegna riconosce strategici la generazione distribuita da fonti rinnovabili e lo sviluppo di azioni destinate all’aumento della quota di autoconsumo. Con particolare riferimento alle tecnologie per la produzione di energia da fonte solare, la Regione promuove e favorisce la diffusione degli impianti e delle istallazioni di taglia medio-piccola che occupano poco territorio e soddisfano le esigenze energetiche locali e la diffusione delle reti intelligenti”.
Invece, i progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga occupano superfici importanti e non riducono il costo dell’energia per l’utenza finale: “La realizzazione di questi impianti comporterebbe il sacrificio di un’area produttiva, attualmente adibita ad uso agricolo e al pascolo di bestiame. Inoltre si determinerebbe un inevitabile impatto negativo anche sugli ecosistemi coinvolti”.
Un fronte bipartisan si è schierato al fianco del presidente Pigliaru: “Il mega progetto di un impianto da 270 ettari nelle campagne di Gonnosfanadiga è la più gigantesca colonizzazione che lo Stato possa realizzare, con l’esproprio di poderi privati, fertili e pianeggianti – ha evidenziato il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu – Un’offesa ai sardi, cui viene impedito l’utilizzo del suolo agricolo. Si tratta dell’ennesimo schiaffo agli imprenditori agricoli alle prese con le lungaggini dei bandi comunitari, i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti del Psr e della Pac. Un sopruso contro le attività rurali poste in essere per creare crescita e sviluppo in uno dei settori strategici dell’economia”.
“Mentre la Sardegna – ha aggiunto Rubiu – oggi produce il 30% in più del proprio fabbisogno di energia elettrica e crollano i consumi, il Governo autorizza nuovi impianti calando i progetti dall’alto. Si pensi a nuove forme di approvvigionamento, con i programmi relativi alla metanizzazione”. (red)
(admaioramedia.it)