Sono sempre maggiori il numero di opere realizzate con fondi europei che sostanzialmente costituiscono uno spreco di denaro pubblico pagato dagli italiani per interventi di nessuna utilità per i cittadini. Oltre alle innumerevoli piste ciclabili realizzate e inutilizzate nei vari comuni della Sardegna, si citano gli interventi per il cosiddetto “abbattimento della CO2” mediante la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, a parole sostenibili, ma che nessun imprenditore privato andrebbe mai a realizzare con soldi propri.
Cosi è ad esempio per l’impianto solare termodinamico di Ottana, inaugurato lo scorso 5 ottobre dagli imbarazzatissimi assessori dell’Industria e dei Lavori Pubblici, Maria Grazia Piras ed Edoardo Balzarini, e dell’amministratore unico di Enas, Giovanni Sistu, che durante i loro interventi si sono soffermati a difendere l’Ente dalle vicende che hanno visto l’ex amministratore unico Davide Galantuomo, accusato di aver intascato una tangente di 89.000 euro, per l’assegnazione dei lavori alla società che poi ha realizzato l’impianto. Ma ben più imbarazzante è stato per gli esperti del settore energetico sentire le motivazioni per cui ha avuto senso investire 10 milioni di euro dell’Assessorato dell’Industria e 2 milioni di euro dell’Assessorato dei Lavori Pubblici, in parte finanziamenti europei relativi ai fondi del Por Fesr 2007-2013 della Regione Sardegna.
Per l’assessore Piras, l’energia prodotta dall’impianto potrà essere utilizzata dalle imprese presenti nell’area industriale di Ottana, se anche ve ne fossero. Probabilmente la Piras questo non lo sa, e verrebbe da chiederle in che modo queste aziende possano comprare o comunque ricevere l’energia da Enas? Forse, Enas realizzerebbe linee elettriche indipendenti per mettere in collegamento le aziende interessate? O si sostituirebbe a Enel nella distribuzione dell’energia andando ad acquistare le reti di distribuzione dell’energia? Sia Balzarini che Sistu si sono soffermati sul fatto che l’entrata in servizio di questo impianto possa contribuire a ridurre i costi energetici dell’Enas, che annualmente spende circa 9 milioni di euro per l’energia elettrica necessaria per i pompaggi e la distribuzione nel sistema idrico multisettoriale.
Facendo un semplice calcolo della serva, si può determinare il valore dell’energia prodotta da questo impianto, che si aggira intorno a 1600MWh annui, e che ai prezzi medi zonali di ritiro dell’energia da parte del Gse di circa 40 €/MWh corrispondono a circa 64.000 euro annui. Il recupero dei fondi investiti, nell’ipotesi di trascurare i costi ingenti per le manutenzioni e i fermi legati alla mancata produzione e guasti che inevitabilmente si verificheranno negli anni, si avrebbero pertanto in 12.000.000/64.000 che corrispondono a ben 187 anni. Può essere inoltre interessante valutare l’incidenza dell’energia prodotta dall’impianto di Ottana rispetto all’energia consumata da Enas, che secondo Balzarini ammonterebbe a 130.000 MWh all’anno, quindi l’impianto di Ottana contribuirà per ben l’1.23% a ridurre il fabbisogno energetico dell’ente.
È evidente che questi amministratori non stanno affatto offrendo opportunità alla Sardegna come affermano, ma bensì gliele stanno togliendo con lo spreco di danari pubblici che sono incapaci di indirizzare nelle opere più opportune e necessarie per la Sardegna.
P.S. = Le interviste a Piras, Balzarini e Sistu possono essere ascoltate con inquietudine a questo link nel sito della Regione.
Energhia
(admaioramedia.it)