Perso il timoniere Mura nei ‘mari parlamentari’ , con le suppletive cagliaritane sembra avviato il naufragio del Movimento 5 stelle in Sardegna.
Dove siano finiti gli oltre 49.000 elettori conquistati dal prode velista dimissionario meno di un anno fa, e persi ieri (da 60.442 a 11.139), non è dato sapersi. E’ però certo che anche l’esordiente Caschili, persona comunque al di sopra del livello medio del candidato grillino a qualunque carica istituzionale, abbia messo il suo zampino nella disfatta elettorale. Per esempio, mostrandosi favorevole all’immigrazione incontrollata oppure proponendo di chiudere le pochissime industrie sarde che ‘inquinano’, senza avere percezione di quali industrie siano, dato che le ultime realtà produttive è un miracolo che stiano ancora in piedi. Peraltro, chiuse le industrie, caro Caschili, come pensavi di provvedere ai potenziali disoccupati? Forse, con il famoso reddito di cittadinanza che stenta a decollare ed a farsi capire.
Complice anche la ridotta informazione, il numero di votanti 5 stelle è crollato: forse in tanti non sapevano che le elezioni si svolgono ancora nei seggi elettorali e non attraverso la piattaforma Rousseau di Casaleggio. Il seggio vacante era dei pentastellati ed a loro poteva ipoteticamente tornare, ma, indubbiamente il Movimento sta pagando anche le delusioni dei suoi elettori per le politiche a livello nazionale, dove spesso è stato un ostacolo anziché un alleato forte alla Lega, e dove con ripensamenti e retromarce nei ministeri chiave assegnati dal ‘contratto’ continua a perdere voti, mentre, settimana dopo settimana, Salvini continua a incrementare i suoi consensi, almeno nei sondaggi.
Se Atene grillina piange, la Sparta del centrodestra ha ben poco da ridere, ritrovandosi a galleggiare con ben 40.000 voti in meno rispetto al giro precedente di marzo. In questa elezione a trazione Forza Italia (dai precedenti accordi il candidato spettava agli azzurri), la sufficientemente sconosciuta Noli non ha sfondato e non l’hanno certamente aiutata né le battute da bar (“Mariuccia“) di Berlusconi, che ormai hanno abbondantemente stancato gli elettori, né mostrarla, sorridente ma fin troppo muta, al fianco del ministro Salvini, del quale in Parlamento sarebbe stata fiera oppositrice. Tutto inutile e gli elettori del centrodestra, anziché andare a votare, hanno preferito stare a casa. disertando le urne.
Alla fine dei giochi, una vittoria, non tanto clamorosa, del centrosinistra, frutto soprattutto del tipo di elezione e dell’immagine positiva del candidato espresso, seppure utilizzato come rimedio ai tanti ‘no’ ricevuti dai candidati ‘in pectore’: il giornalista Andrea Frailis. Il vero, e decisivo, appuntamento alle urne è quello del 24 febbraio, nella certezza che questa data sia più importante per gli elettori sardi e perciò se la segneranno nel calendario, contribuendo in modo determinante ad esprimere un voto fondamentale per il futuro della Sardegna. Il risultato delle elezioni suppletive, nelle sue negatività, ha comunque insegnato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che non andare a votare significa soltanto consegnare il nostro futuro nelle mani di coloro che hanno esclusivamente maggiore capacità di mobilitazione elettorale.
Energhia
(admaioramedia.it)