La Regione Sardegna, tramite l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha firmato il 7 ottobre scorso ad Alghero, in occasione del 1° Festival della Famiglia, un protocollo d’intesa con la Provincia Autonoma di Trento per condividere una sorta di supporto e tutoraggio nell’elaborazione di politiche familiari, con appunto la Provincia di Trento che è pioniera nello sviluppo di politiche a favore della famiglia. L’assessore Arru ancora non si rende conto che i protocolli non bastano più ma che bisognerebbe passare ai fatti concreti, come ad esempio interventi di sostegno ai redditi delle famiglie nella forma di sgravi fiscali e sistemi tariffari di vantaggio, quali scontistica sui mezzi di trasporto, sulle mense scolastiche e cosi via.
Ben maggiore sensibilità, Arru ha mostrato nel destinare, con la Giunta di cui fa parte, risorse pubbliche (europee e regionali) per creare sbocchi lavorativi e di “inclusione sociale” di chi cittadino italiano non è, ovvero gli immigrati, come se i sardi avessero ormai risolto i problemi economici ed occupazionali. Arru dovrebbe infatti sapere che secondo i dati Istat del 2016, i cittadini sardi senza occupazione sono 522.300 unità, ovvero il 52,89% della popolazione in età lavorativa. Ben 11 milioni di euro per creare l’inclusione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri, nessun intervento, invece, per chi è Sardo ed è discriminato nella sua terra, come ad esempio le famiglie numerose, che fin dai tempi della Giunta Soru si erano viste assegnare il cosiddetto “bonus famiglie numerose”, una somma variabile da 1.000 a 5.000 euro per anno, per ogni figlio a carico da 0 a 25 anni, a partire dal quarto figlio fino al contributo massimo in caso di famiglie con otto figli.
Sul fronte trasporti, il Consiglio regionale, lo scorso 29 marzo 2017, aveva approvato all’unanimità un emendamento con cui venivano stanziati 600.000 euro in Finanziaria per permettere agevolazioni ai minori e alle famiglie numerose per l’utilizzo dei mezzi pubblici delle aziende di trasporto cittadino e regionale. Il provvedimento doveva consentire di far viaggiare gratis sui mezzi di trasporto pubblico i minori di 14 anni, accompagnati da un familiare in possesso di un biglietto o abbonamento, e prevedeva sconti del 20% alle famiglie che acquistavano più abbonamenti, sino alla completa gratuità dalla terza tessera in poi. Anche di questo provvedimento si sono perse le tracce. Viene da pensare che le somme necessarie per attuarli siano andati a finanziare interventi per cittadini stranieri, col fine ultimo di scatenare una guerra tra poveri in cui la politica sguazza per conquistare così ancora più potere.
Energhia
(admaioramedia.it)