Probabilmente si sono ispirati al francese Macron, che in risposta alle vibranti proteste che sono culminate con la rivolta dei gilet gialli, ha detto che se “non possono più pagare il gasolio, si prendano un’auto elettrica”: la versione moderna di “se non hanno pane, che mangino brioches”. Gli estensori delle linee guida del nuovo bando della Giunta Pigliaru, pubblicato lo scorso 27 dicembre dall’Assessorato dell’Industria, per incentivare le piccole e medie imprese sarde a sostituire un veicolo a motore con un veicolo a trazione elettrica. Così il presidente Pigliaru: “Vogliamo una Sardegna in cui anche i turisti possano girare la nostra bellissima isola con macchine elettriche messe a loro disposizione da imprenditori che, grazie a questo bando, troveranno conveniente fare già oggi ciò che altrimenti farebbero tra qualche anno”.
Premesso che oggi i turisti arrivano con grossa difficoltà anche in aereo, per via delle pessime iniziative messe in atto nel campo dei trasporti aerei e marittimi, resta da capire quali siano le imprese interessate a investire nell’acquisto di auto elettriche. Il bando, rivolto alle imprese sarde operative da almeno cinque anni, prevede per l’impresa (quale… noleggiatori? tassisti? chi deve trasportare i turisti di Pigliaru?) che intende sostituire un veicolo a motore con un veicolo elettrico (full electric), nuovo di fabbrica e della stessa tipologia di quello dismesso e giustificato dall’attività svolta, una sovvenzione fino a un massimo del 75% dei costi ammissibili ed entro il massimale di 15mila euro per autovettura, 20mila per furgone e 25mila per pullmino, nei limiti della dotazione finanziaria iniziale di 4 milioni di euro.
Facendo i conti della serva quindi avremo circa 250 auto elettriche in giro per la Sardegna (basteranno per trasportare i turisti di Pigliaru?) sempre che si trovino 250 imprese in grado di disporre delle somme necessarie per acquistare l’auto e con una forte sensibilità ambientalista. Inoltre, chi, pensando che questa iniziativa sia il solito specchietto per le allodole, non si ferma ai proclami della Giunta, fortunatamente in scadenza, ma prende il listino prezzi delle auto elettriche in commercio scopre che un veicolo medio costa circa 40.000 euro, ne risulta che l’impresa che volesse beneficiare del bando regionale dovrebbe sborsare di tasca propria i 25.000 restanti oltre il contributo regionale. Ovviamente nella Sardegna delle favole di Pigliaru, le pmi godono tutte di ottima salute e sono assai disposte a investire 25.000 euro, che non hanno, per acquistare un’inutile auto elettrica, e che allo stato attuale potrebbe trasportare i turisti di Pigliaru per 200 chilometri e poi fermarsi 7-8 ore per ricaricare la batteria, sempre che si trovi la stazione di ricarica.
Se proprio tenevano all’ambiente e alla riduzione delle emissioni avrebbero fatto meglio, ad esempio, a usare i 4 milioni di euro per rinnovare il parco autobus, infatti l’Arst trasporta gli studenti con mezzi di oltre 20 anni e potevano fornire le imprese, soprattutto quelle manifatturiere, di impianti fotovoltaici, mirati a ridurre i consumi e quindi i costi dell’energia elettrica. Potevano fare tante altre cose, ma hanno optato ancora una volta per le soluzioni ideologiche e dannose proposte dall’Unione europea.
Energhia
(admaioramedia.it)