Sacrosanto che l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, si sottoponga al giudizio degli elettori. Per amor di democrazia, è opportuno spendere due parole in difesa delle sue aspirazioni politiche.
Nessuno se ne abbia a male, ma le tesi da lui addotte contro un certo ostracismo alla sua candidatura in seno ad Partito democratico ed alla coalizione sono assolutamente condivisibili. Condividiamo che sarebbe corretto, da parte sua, sottoporre l’operato ‘tecnico’ di questi cinque anni alla valutazione politica dell’elettorato sardo e testarne il gradimento ed il consenso sulla base della ‘qualità percepita’ della sua riforma sanitaria. Condividiamo la sua indignazione nei confronti di chi ci vorrebbe far credere che siffatta riforma sanitaria sia frutto della concezione teorica di una sola persona e non sia invece la risultanza di una sintesi di maggioranza, peraltro – ha ancora ragione il dottor Arru – approvata a colpi di votazioni in Consiglio regionale e non solo dal Pd.
Sa bene il dottor Arru che a più riprese siamo intervenuti, e dai banchi dell’opposizione e, personalmente, dal disastrato territorio del Nord Ovest, per definire il nuovo corso della sanità sarda un fallimento, ma ciò non significa che l’ultima parola non spetti ai Sardi nel segreto dell’urna elettorale e che questi non ne possano invece ribaltare la valutazione. Siamo pienamente a favore sia del diritto politico dei sardi di giudicare la riforma ed il suo massimo fautore, sia a favore del diritto politico di Arru di pesare il suo consenso elettorale. Seppur consapevoli del rischio di privare il sistema sanitario regionale per altri cinque anni di un appassionato medico, ci auspichiamo che il Partito democratico non finisca per essere così poco ‘democratico’ da negare la candidatura, con chissà quale ostativo pretesto, ad uno dei massimi esponenti della Giunta uscente.
Michele Solinas – Segretario provinciale di Sassari dei Riformatori
(admaioramedia.it)