Dopo tanto tempo, è rifiorita l’intesa tra leghisti e sardisti. Ma non è più la Lega Nord bossiana, tutta Padania e “Roma ladrona”, ma neanche il Partito sardo d’azione è proprio lo stesso di oltre dieci anni fa, sopratutto dopo la ‘sbandata’ per il centrosinistra alle ultime comunali di Cagliari. Grazie al crescente consenso leghista dell’era salviniana, anche in terra sarda, i sardisti hanno deciso di salire sul ‘carroccio’ per provare a rientrare in Parlamento, dopo tanti anni di assenza: oltre 20 anni fa al Senato c’era Franco Meloni, eletto nella liste dell’Ulivo.
Quello che Matteo Salvini, oggi a Cagliari, ha definito non un semplice accordo, ma “un patto di fratellanza e culturale che va al di là del voto”, dovrebbe prevedere la candidatura nelle liste per il Senato del segretario nazionale del Psdaz, Christian Solinas (ma viste le difficoltà di successo, non è escluso un ‘paracadute’ in un collegio blindato lombardo), ed una candidatura nell’Uninominale della Camera per Lorenzo Palermo, avvocato e storico dirigente sardista, segretario nazionale dal 1995 al 1997 e presidente dal 2000 al 2004. L’annuncio di oggi ha dato solamente il crisma dell’ufficialita’ ad una notizia ormai nota da giorni, ma che negli ambienti politici era addirittura considerata sicura ben prima che i sardisti parlassero di ‘presunte’ trattative anche con Pd e Forza Italia. Poi, quando c’è stata la decisione finale del Consiglio nazionale sardista, la scelta è stata posizionata sotto i riflettori.
“Era l’unico accordo culturale che il Psdaz potesse fare per la sua storia – ha detto Solinas – Non è un’accordo sulle poltrone, perché con la Lega abbiamo una radice comune che parla di federalismo ed autonomia. Una buona scelta, nonostante la scorrettezza del sindaco Zedda nei confronti di chi gli ha consentito di essere rieletto”. Il riferimento è a Gianni Chessa, assessore ai Lavori pubblici della Giunta cagliaritana, al quale ieri il Sindaco ha ritirato la delega durante la seduta del Consiglio comunale. Il Segretario sardista ha anche elencato alcuni dei temi sui quali è stata trovata anche un’intesa programmatica per un impegno comune in Parlamento: tutela linguistica e culturale (con un accenno al rafforzamento del bilinguismo); regionalizzazione delle Sovrintendenze dei beni cuilturali; battaglia per il riconoscimento del principio di insularità; rapporti con l’Unione europea; trasporti e continuità territoriale.
“Faremo tornare in Parlamento i Sardi che non svendono la Sardegna”, ha detto Salvini con comprensibile entusiasmo, trascurando, però, che a Roma da anni siedono anche alcuni parlamentari sardi dei partiti che tuttora sono suoi alleati nella coalizione di centrodestra. Anche il Leader leghista ha voluto evidenziare il patrimonio comune coi sardisti, rilanciando uno slogan aggiornato: “Prima gli italiani e prima i territori. Anche la Lega è nata nel nome dell’autonomia e del federalismo”. Forte la polemica (salutata da frequenti applausi dei fan, sardisti e leghisti, presenti nella sala) con l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, per le sue dichiarazioni sugli immigrati (“Per invertire la tendenza al drammatico calo delle nascite bisogna favorire l’immigrazione”, aveva detto in un’intervista): “Parole gravi – ha urlato Salvini – che sottintendono la sostituzione di un popolo con un altro popolo disposto ad accettare qualsiasi condizione pur di lavorare. Un mercato di carne umana, che ora conviene sopratutto ad albergatori falliti ed a cooperative che dell’immigrazione hanno fatto un business. Grave anche paragonare l’emigrazione di tanti sardi che sono andati all’estero per cercare lavoro con il fenomeno di oggi. La Sardegna ha bisogno di risolvere sopratutto l’emergenza lavoro proprio per riportare indietro i tanti giovani sardi che sono emigrati non per sostituirli con gli immigrati”. (fm)
(admaioramedia.it)
2 Comments
Il consumtore sardo
Anche in questo accordo-programma si parla di Zona Franca Integrale. Qualcuno mi sa dire perché si cerca di farla passare sotto silenzio? Nessun accenno nemmeno ai porti franchi, nulla di nulla!
Mario Zucca
hanno perso anche quel bricciolo di credibilità che ancora avevano…