La maggioranza ha avuto bisogno di un mese, tra dissidi interni e la resistenza del’opposizione, per riuscire ad approvare la nuova legge sull’edilizia: 33 voti favorevoli e 18 contrari. Durante il dibattito, il centrodestra aveva più volte chiesto la proroga del vecchio Piano casa, scaduto lo scorso 29 novembre: “Questa legge non è neanche lontana parente del Piano Casa, ma è solo la sorellastra del Ppr e, alla luce delle modifiche imposte in corso d’opera, è perfino di paternità incerta tra Soru e Pigliaru – ha commentato Ugo Cappellacci (FI) – In un anno di legislatura sono tornati al Ppr del 2006, non hanno rinnovato il Piano casa e infine hanno approvato una legge che blocca tutto e scontenta tutti, dalle imprese agli ambientalisti passando per i sindacati. Per fare un esempio, hanno elevato a 3 ettari il limite per gli interventi nell’agro e lo hanno fatto mentre a Roma Renzi introduceva l’odiosa Imu agricola: Pigliaru blocca e Renzi tassa. E purtroppo, Soru ordina e Pigliaru esegue”.
La bocciatura è netta anche in casa Area popolare (ex Udc): “L’aumento dell’indice per le costruzioni nelle campagne rischia di soffocare l’economia agricola – ha osservato il capogruppo Gianluigi Rubiu – L’Esecutivo ha portato a tre ettari il lotto minimo indispensabile per la realizzazione di edifici nelle zone rurali, mentre io avevo avanzato la diminuzione sino a un ettaro. Senza poi dimenticare che è stato prospettato di inserire nella legge il concetto di redditività aziendale e agricoltore attivo, già utilizzati da quest’anno nella politica agricola comune dell’Unione europea. Un atto che schiaccia le esigenze del mondo delle campagne, mettendo un freno alle possibilità di sviluppo di uno dei settori trainanti dell’economia isolana. Questa legge rischia di ingessare il comparto dell’edilizia, vista la giungla di autorizzazioni e dinieghi previsti dal provvedimento, limitando così ogni possibilità di ripresa del settore.”
“La legge approvata oggi dal consiglio è inutile e dannosa – ha sentenziato il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa – Inutile perché scimmiotta (male) le norme del testo unico nazionale, dannosa perché complica ulteriormente un apparato normativo già infernale per conto suo. Per di più vengono introdotti automatismi nelle denunce all'autorità giudiziaria che metteranno nei guai moltissimi cittadini, anche per questioni facilmente risolvibili per via amministrativa. Come pensiamo di creare sviluppo economico e lavoro legiferando in modo così barbaro? Se i cittadini sono ostili nei confronti della Regione uno dei motivi è che anziché essere più avanti rispetto allo Stato, l'amministrazione sarda si ostina a replicare, male, quello che lo Stato fa già. Se questo è il modo in cui volgiamo esercitare la sinistra autonomia, meglio rinunciarci". (red)
(admaioramedia.it)