Alla fine dello scorso giugno, erano 18.442 le imprese sarde che si occupavano di costruzioni, con il 57,3% artigiane (10.559) e queste ultime, negli ultimi 12 mesi, hanno registrato una flessione del 3%: 328 aziende in meno (saldo tra aperture e chiusure). Tra tutte le imprese del comparto (edili, impiantisti, installatori, progettisti e servizi) si è passati dalle 67.101 unità del 2008 a meno della metà nel 2016: 31.494, -53,1%. Solo nell’ultimo anno, tra diretti ed indiretti, si sono persi oltre 6.500 posti di lavoro.
“Dal 2008 – ha spiegato Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, presentando i dati del dossier “La difficile ripartenza”, elaborato dell’Ufficio studi nazionale di Confartigianato – il comparto dell’edilizia ha perso 36mila posti di lavoro. E’ come se dicessimo che in una città grande come Nuoro, tutti, neonati e ultracentenari inclusi, avessero perso il posto. L’occupazione è stata letteralmente dimezzata: in Italia non esiste un dato peggiore di quello registrato in Sardegna”.
A livello territoriale, tra le imprese artigiane edili, il calo è forte in provincia di Oristano: -4,2% (saldo tra aperture e chiusure: -43 imprese). Poi, Cagliari con -3,1% (-109), Nuoro con -2,8% (-63) e Sassari con -2,7% (-113). Le notizie positive arrivano dal valore aggiunto e dalle compravendite, dopo la debacle registrata nel picco della crisi: nel primo caso, i dati del 2008 registrarono oltre 2 miliardi e mezzo di giro d’affari (2.456 milioni di euro). Calarono drasticamente nel 2013, registrando una perdita secca di 782 milioni di euro, mentre nel 2014, c’era stata la piccola ripresa toccando quota 1 miliardo e 811 milioni di euro. Nel mercato della vendita e dell’acquisto degli immobili, dopo i fasti del 2008 (17.888 contratti), arrivò il ‘buio’ del 2014 con appena 9.427 registrazioni (-8.461); poi, nel 2015, 10.182. La variazione tra il 2008 e il 2015 è stata di -7.706 (-43,1%).
“I timidi segnali di una frenata della recessione, registrati nel 2015 – ha aggiunto Meloni – non hanno trovato il seguito auspicato e il 2016 che doveva essere l’anno della ripartenza e della svolta, in realtà, sta diventando l’anno dell’occasione mancata. L’edilizia sarda sta ancora sperimentando una devastante caduta del tessuto produttivo, con una fuoriuscita dal mercato di migliaia di imprese e di lavoratori. In Sardegna ci troviamo di fronte al rischio di una ‘desertificazione’ progressiva, che deve essere contrastata con forza, per evitare un indebolimento del sistema che avrà ripercussioni su qualunque futura possibilità di ripresa”.
E tra le possibili soluzioni, secondo l’Associazione, “la ristrutturazione e la riqualificazione energetica di oltre 90mila immobili e abitazioni vecchie e in cattive condizioni, unico segmento di mercato ad aver registrato un incremento nel corso degli anni, soprattutto grazie agli incentivi fiscali rafforzati che, come è stato annunciato dal Governo, saranno riconfermati”. Viene anche richiesta soprattutto una nuova Legge Urbanistica e la stabilizzazione del Piano Casa: “Per una spinta alla ripresa del settore. Una legge da approvare entro dicembre, in concomitanza con il termine del secondo Piano Casa. Anche se siamo molto preoccupati per l’approvazione, visto che nessuno sembra parlare più della Legge e mancano circa 2 mesi e messo alla fine dell’anno”. (red)
(admaioramedia.it)