In Italia è stimato un consumo medio annuo di 29,4 litri di birra a persona, mentre in Sardegna questa stima sale a 61,7 litri, cifra che si avvicina molto ai consumi di paesi freddi quali la Slovacchia e la Germania, detentori del primato in materia. Un mercato, quindi, che nell’Isola offre grandi possibilità ai piccoli imprenditori locali: opportunità che vanno incentivate e tutelate, secondo i Riformatori sardi, anche e soprattutto da parte del legislatore regionale. Perciò, il gruppo consiliare ha presentato una proposta di legge per la tutela della birra artigianale in Sardegna: “Nasce dalla necessità di un quadro normativo chiaro e certo, che tuteli non solo i piccoli imprenditori locali, ma anche i consumatori stessi – spiega il consigliere regionale, nonché primo firmatario, Luigi Crisponi – La produzione di birra artigianale sarda vede la sua nascita a Guspini nel 1993, ora sul territorio sono presenti ben 35 microbirrifici. Tra questi, un panel importante è stato affiancato dai ricercatori della Facoltà di Agraria di Sassari, con lo scopo di localizzare ed isolare luppoli e malti di qualità.”
“Un altro obiettivo importante della proposta è quello di unire la produzione della birra con la produzione della materia prima, che al momento viene importata – sottolinea Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori – Anche per questo motivo è stato e sarà essenziale l’affiancamento della ricerca universitaria. E’ un mercato in forte crescita ed investendo su prodotti di nicchia ma di qualità, magari arrivando alla produzione di una birra al 100% sarda, se ne conquisterebbe una buona fetta, portando grandi vantaggi all’economia sarda, anche a livello di posti di lavoro”.
La proposta di legge istituisce la figura del maestro birraio e disciplina i rapporti tra i birrifici artigianali sardi e la Regione, sostenendo l’associazionismo tra i produttori. E’ prevista anche l’istituzione di un marchio di qualità e tutela e mezzo milione di euro per il 2016 per incentivare l’acquisto di attrezzature (400mila euro), per le campagne di informazione (50mila) e per la formazione del personale (50mila), che oggi sfiora un centinaio di addetti diretti oltre all’indotto in agricoltura e commercio anche on line. Per i fondi necessari, i Riformatori sardi fanno affidamento sul Psr e ritengono che le prospettive di apertura di nuovi birrifici (che già stanno aumentando) e, più a lungo termine, di una produzione totale in loco, dalla materia prima al prodotto pronto per il consumo, siano già molto buone.
Arianna Zedda
(admaioramedia.it)
7 Comments
Costantino Salvatore Careddu
e bè certo, dopo 25 birrifici isolani, investiamo ancora in birrifici . . . in quanti hanno già chiuso?
Costantino Salvatore Careddu
. . . vi ricordo anche Bionda Sardegna stà solo assumendo stagionali a 2 mesi alla volta, tanto per completare il quadro.
ilovebirra
RT @admaioramedia: ECONOMIA, @riformatori : Promuoviamo economia sarda incentivando la produzione di #birra artigianale https://t.co/WEfzsc…
birraBUZZ
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