Ogni anno in Italia la pubblica amministrazione spende 2,5 miliardi di euro nel mercato elettronico; in Sardegna gli acquisti hanno un valore di 87,5 milioni e ben 34 vengono spesi fuori regione per mancanza di offerte da parte delle imprese sarde. Secondo i dati elaborati da Confcommercio Nuoro, dal 2008 ad oggi, gli acquisti nazionali della pubblica amministrazione che passano attraverso il Mepa sono aumentati del 1.434%: un mercato in continua crescita, una grossa opportunità mancata dalle imprese sarde di espandere gli affari e vendere alla pubblica amministrazione.
A livello provinciale, Cagliari raggiunge un valore di acquisti da fornitori locali del 51,6%, Nuoro del 45,4% e le altre provincie non superano il 40%. Dati preoccupanti se si confrontano col resto d’Italia, che riescono a superare il 70% di acquisti da imprese locali, come la Puglia e la Campania. Inoltre, le nostre imprese non tentano di vendere i prodotti a livello nazionale e si limitano alla realtà regionale (93,81% di vendite nella regione); subito dopo si posizionano la Sicilia (83,75%) e la Valle d’Aosta (79,73%). Dati negativi anche per altre categorie: l’Ict vale 23 milioni di euro e il 30% viene speso localmente; per la sanità 12 milioni e solo il 12,4% è rimasto nell’Isola.
“Ci sono alcuni casi felici di imprese che seguono questo settore come una vera e propria area di business con un addetto ad aggiornare i cataloghi e rispondere alle richieste di offerta – ha commentato il direttore di Confcommercio Nuoro, Gian Luca Deriu – Altri ignorano totalmente l’opportunità. Molti non conoscono la differenza tra iscrizione ed abilitazione ed i vari tecnicismi che sottendono al sistema. Per questo motivo con Confcommercio seguiamo da vicino le piccole imprese che si presentano nel Mepa assistendole in tutte le fasi del ciclo di offerta e vendita sino all’emissione della fattura elettronica”.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)