Conciliare lavoro e famiglia è sempre più difficile, specialmente se si vive in Sardegna. Secondo una ricerca dell’ufficio studi di Confartigianato imprese, la Sardegna è la regione che ha subito il maggior collasso, a confronto con il resto d’Italia che è cresciuta del’1,7%. Le ricerche di luglio hanno rilevato 5.034 imprese artigianali femminili in tutta l’Isola, ben 679 imprese in meno rispetto al 2008.
Nella provincia di Cagliari, le imprese sono 2.008 (-0.2% rispetto al 2015), in quella di Sassari sono 1.764 (-1.1%), in quella di Nuoro 856 (-0,8%), mentre in controtendenza, in quella di Oristano, le imprese sono in crescita dello 0.2%. La maggior parte delle imprese sono attive nei servizi alle persone (2.797, il 55,6% del totale); seguono quelle del manifatturiero (1.102, il 21,2%), dei servizi alle imprese (831, 16,5%), del settore delle costruzioni (282, 5,6%), infine le 22 rimanenti attive in altri settori. Non sono escluse dalla crisi, anche le donne titolari di imprese indipendenti, con un calo del 21% rispetto al 2015, per un totale di 35.169 imprese.
“È necessario poter contare su un welfare che permetta alle donne di conciliare lavoro e famiglia e di esprimere nell’impresa le proprie potenzialità – spiega Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato imprese Sardegna – perché l’Italia, nonostante interventi positivi come il ‘voucher baby sitting’, purtroppo non è ancora un Paese per mamme che lavorano. Servono strumenti adeguati a sostenere le donne che vogliono fare impresa: da anni Confartigianato si impegna per ottenere sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato dei collaboratori che sostituiscono le titolari d’impresa nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani; voucher per formare i collaboratori e crediti d’imposta per incentivare le imprenditrici”.
“Ma ciò che manca, sempre di più – conclude Folchetti – è la storica Legge 215 per l’imprenditoria femminile, quella che in Italia permise la nascita di 70.000 aziende guidate da donne e permise un incremento occupazionale di oltre 90.000 unità in tutta Italia”.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)