Quando qualche anno fa la giunta Cappellacci decise di finanziare la realizzazione di un reality show “per comunicare anche nell’ambito delle opportunità di promozione offerte dallo sviluppo delle tematiche Expo 2015, le peculiarità della Sardegna” venne giù un diluvio di critiche. La vicenda finì anche sulle pagine dei quotidiani nazionali: doveva trattarsi di “un reality con otto coppie di giovanissimi che dovevano girare in barca tra le meraviglie del mare sardo – scrisse, tra le tante testate, Il fatto quotidiano – E innamorarsi tra loro, ovviamente”. Facile, per il giornale di Travaglio, collegare la realizzazione del programma – andato poi in onda con ascolti deludenti su una rete del digitale terrestre – all’amicizia tra l’allora governatore e Silvio Berlusconi, proprietario delle reti Mediaset. Insomma, ci fu il classico tiro al bersaglio che in questi casi sempre si scatena: titoloni sui giornali, intellettuali indignati e chi più ne ha più ne metta. “Quando Cappellacci ha visto che era per casa-Berlusconi – scriveva all’epoca Il fatto – ha detto ovviamente sì: ha fatto tirare fuori alla Regione 900mila euro e altri 50 mila dalla Film Commission Sardegna, sempre casse pubbliche”.
Poi arrivarono le elezioni, e “Sweet Sardinia, prodotto per Sardegna Promozione durante l’amministrazione Cappellacci e andato in onda sulla rete berlusconiana La5 con ascolti deludenti” finì per essere “una delle numerose spese discutibili autorizzate dall’agenzia cancellata dalla giunta Pigliaru”. Ora la cosa è all’attenzione del Consiglio di Stato, perché la Regione – frugando tra le norme – pare aver trovato il modo per non pagare la somma pattuita. In mezzo c’è anche un conto pignorato. Nei giorni scorsi la giunta Pigliaru ha presentato a Villa Devoto con tutti gli onori “Dottor Pietro”, una fiction interpretata da Gianni Morandi per Canale 5, “un progetto promosso dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio – si legge sul sito della Regione – in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission e prodotto dalla Lux Vide, società italiana leader in Europa”.
Disco verde dal Governatore: “Vogliamo che la Sardegna sia terra di turismo e di investimenti, e per questo è necessario che sia sempre più conosciuta in Italia e all’estero”, ha dichiarato, affiancato per la speciale occasione da ben due Morandi (uno è l’attore, l’altro è Francesco, il suo assessore al turismo). “Iniziative come quella che presentiamo oggi, di forte impatto mediatico e con dietro un preciso progetto di valorizzazione, sono occasioni importanti per accrescerne la visibilità e irrobustirne l’immagine”. Il costo è inferiore al reality di Cappellacci, si aggira intorno ai 500mila euro, sempre soldi pubblici, ma i dubbi dovrebbero essere identici. Invece – per ora – non una riga di critica. Potenza dei selfie di Morandi? In una regione allo stremo, proprio nel Sulcis si gira una “fiction”. Le parole sono pietre. Si dirà che sono soldi diversi, utilizzabili per finalità differenti, e che stavolta la Sardegna Film Commission è coinvolta fino in fondo, e non solo marginalmente.
Tutto vero: ma la perplessità sull’opportunità resta tutta. Certo, Morandi (Gianni) è Morandi: il cantante scatena i fans, mica come i quattro ragazzotti semisconosciuti del reality. Morandi l’assessore – l’unico quasi certo di saltare dalla giunta per le alchimie della politica, pur avendo lavorato benissimo – ha incastrato perfettamente la fiction negli obiettivi della strategia della giunta per il turismo, ma ammetterete che qualche stonatura il progetto ce l’ha, pur perfetto da tutti gli altri punti di vista. E Pigliaru non può certo essere sospettato di amicizie con il Silvio nazionale. Due anni fa due sorelle di Sorgono – una giornalista, l’altra sociologa, Carla e Sebastiana Etzo – girarono con Vincenzo Rodi un documentario di 46 minuti sulla crisi del Sulcis Iglesiente. Un prodotto di rara bellezza. Per realizzarlo, e riuscire a raccontare il dramma di tante famiglie sarde, fecero ricorso al crowdfunding, una sottoscrizione libera che consentì loro (forse) di pareggiare i conti, con un sogno: “Raccontare la crisi delle zone interne della Sardegna – dichiarò Carla nel 2014 a Sardiniapost – meno evidente, anzi silenziosa, ma altrettanto impattante e devastante con un progressivo spopolamento dei centri minori e delle campagne. Ma al momento è solo un sogno”. Non c’è bisogno di essere scienziati per collegare le cose: perché non finanziare professionisti così per raccontare la Sardegna?
Sergio Nuvoli (da “L’Ortobene”)
(admaioramedia.it)
2 Comments
Giovanni Carta
Per far conoscere Carloforte e la Sardegna c’era bisogno di far conoscere prima Pigliaru!!!!????Mi sembra uno spot politico a quando le ragioni del SI!!!!!
Alberto Rilla
Ovvio… Morandi è un piddino favorevole ai clandestini…