Nell’Italia dei digiuni che furono, quelli di Marco Pannella – chiassosi – solo lo squillo di una tromba, nel decoro di una caserma, potrà inghiottire il silenzio e rendere onore al soldato nemico dell’Italia, Salvatore Meloni detto Doddore, “prigioniero politico”, morto dopo 66 giorni di digiuno.
“Farò come lui” aveva detto quando lo stavano portando nel carcere di Uta, brandendo un libro di Bobby Sands. E come il combattente irlandese, morto nel 1981 nelle carceri inglesi, anche Doddore, indipendentista sardo, piantonato nel suo letto d’agonia, mercoledì scorso se ne è andato. E’ stato di parola. Ha davvero fatto come lui. E però in condizioni assai peggiori. L’eroe dell’Ira, l’esercito irlandese, aveva Giovanni Paolo II come padre spirituale. E aveva una nazione interna al proprio fianco. Doddore, additato tra gli eccentrici del pittoresco, invece non aveva nessuno. L’istanza di Cristina Puddu, il suo avvocato, redatta quando già lo portavano in ospedale, non ha avuto risposta.
Doddore l’ha dunque fatta propria. Una storia nella viva carne dei popoli, quella di lui: l’arcigna Inghilterra attendeva un cedimento, ma Sands, come il sardo Doddore oggi, rifiutava il cibo e diceva no al suo Papa, il suo diretto comandante, che lo implorava di smettere ma allo stesso tempo preparava la Croce d’Oro con cui farlo uscire, da Martire, dalle carceri di sua Maestà britannica. Come quelli che fanno al modo di Cyrano, al modo di Ettore, al modo di Don Chischiotte.
La storia di lui, Doddore ha fatto come Bobby Sands. E nell’Italia dei digiuni di Pannella, tutti a lieto fine, sempre sotto i riflettori, l’unico vero ribelle ha trovato la morte sfidando l’indifferenza che adesso, a tutti noi, dovremmo tramutare in vergogna. Non pagava le tasse per le sue aziende di auto trasporti, Doddore. Non riconosceva l’italia e le sue Istituzioni. Irremovibile, assoluto e fermo, era forgiato nel carattere proprio degli irriducibili. Se ne stava sull’isolotto di Mal di Ventre, dove vi aveva proclamato una Repubblica che preparasse l’indipendenza di tutta la Sardegna e li fabbricava quell’utopia fatta con le trapunte dei sogni a occhi aperti. Sono i sogni facili a realizzarsi, quelli dei ribelli, ma senza un Papa come Giovanni Paolo, senza un popolo come quello irlandese, senza le cornamusa ad alzare il canto di libertà, i sogni di chi si dà alla macchia vanno nelle favole capovolta finita male: il 28 aprile scorso Doddore andava a costituirsi ma gli inscenavano un inseguimento per bloccarlo e catturarlo.
Le sue idee sono state forti come quelle di lui. Nell’Italia dei digiuni di Pannella, Doddore, ribelle, nemico numero uno dello Stato Italiano, ha fatto al modo di Bobby Sands. I granatieri di Sardegna dovrebbero suonare la tromba del silenzio. Per onorare il migliore amico.
Pietrangelo Buttafuoco (da “Il Fatto Quotidiano” del 10 luglio 2017)
(admaioramedia.it)