Altra grande idea degli ‘illuminati’. L’accorpamento rappresenta il denominatore comune della riforma sanitaria e della riorganizzazione della rete ospedaliera, presente in tutti i decreti, delibere ed atti aziendali. L’intelaiatura della loro teoria, ‘l’uovo di Colombo’ per un risparmio sicuro.
Tutto è iniziato con gli accorpamenti dell’Oncologico-Businco e Microcitemico-Cao all’Azienda ospedaliera Brotzu e dell’Ospedale SS. Annunziata di Sassari con le Cliniche Universitarie. E’ come aver messo insieme il diavolo e l’acqua santa. In entrambi i casi, realtà sanitarie con ‘mission’ completamente differenti. Il futuro? Il SS. Annunziata continuerà a fare i cosiddetti numeri e, al contempo, sarà inglobata dalla scienza e dalla ricerca dell’Università di Sassari. A Cagliari, anche peggio, basta vedere l’Atto aziendale in fase di presentazione ed approvazione definitiva. Ad eccezione di qualche sindaco (sopratutto per la difesa dell’ospedale della ‘zona’ in cui amministrano), dispiace constatare il silenzio assordante che stanno accompagnando queste manovre, soprattutto da parte dei sindacati di categoria e delle molteplici associazioni a tutela dell’assistenza dei cittadini. Non abbiamo assistito, ad esempio, come ai tempi dell’assessore Liori, a manifestazioni di protesta che, con forza e convinzione, hanno spinto la Giunta Cappellacci a tornare sui propri passi, impedendo di fatto l’accorpamento del Microcitemico al Brotzu. Anche i sindacati di categoria, soprattutto quelli medici, hanno fatto poco e nulla per impedire questo scempio. Penso, ad esempio, all’Associazione nazionale Medici di Direzione ospedaliera (Anmdo), sia a livello nazionale che regionale, tanto attiva in passato, soprattutto nei periodi governati dal centrodestra, invece di fronte alla cancellazione, di fatto, delle direzioni sanitarie di Presidio, si è distinta per il silenzio assoluto. Tutti, oggi, evidentemente hanno cambiato idea.
Ma i danni peggiori sono conseguenti alla trasformazione degli ospedali in stabilimenti ospedalieri. Insomma stabilimenti di I, II livello, in zone disagiate, con Pronto soccorso, o senza, con Punti di pronto intervento (Ppi), con e senza chirurgia, con e senza gestione Ostetricia e Ginecologia. Insomma una gran bel tourbillon di parole. E siccome le parole sono importanti, ci si domanda perché cancellare la parola ospedale dai vocabolari isolani? A pensar male si farà peccato, ma spesso ci si azzecca, perciò un un possibile obbiettivo potrebbe essere quello di appiattire tutti gli ospedali principali, soprattutto quelli che rappresentano delle vere e proprie eccellenze, così da metterli tutti sullo stesso piano, lasciando fuori, ovviamente le Aou e naturalmente il Mater Olbia. Quindi, seppur coi vari distinguo di cui sopra, tutti diventano stabilimenti, ma quello che sfugge ai più è che il SS. Annunziata di Sassari, il San Francesco di Nuoro, il San Martino di Oristano, il SS. Trinità, il Businco, il Microcitemico e il San Michele-Brotzu di Cagliari, nell’ambito delle proprie ‘mission’, alla fine, dovranno continuare a garantire l’assistenza ai cittadini di tutta la Sardegna, in una situazione nella quale regna una disorganizzazione territoriale con la riforma delle rete ospedaliera ancora sperduta tra i meandri di via Roma. Seppure, si può sperare in uno scatto di orgoglio e di decenza (o anche per mere esigenze elettorali) da parte della maggioranza in Consiglio regionale che riesca a modificare o bloccare la riorganizzazione della Rete ospedaliera. Semmai ce ne fosse stato bisogno, ad attestare una volta di più l’arroganza e la presunzione di questi ‘illuminati’ basti osservare che Ats, Aou e Brotzu stanno deliberando i nuovi atti aziendali, senza pensare alla riorganizzazione della Rete ospedaliera, alla quale sono direttamente collegati, che potrebbe essere modificata dal voto finale dopo la discussione in Aula.
Per esempio, l’accorpamento dell’Oncologico e del Microcitemico all’Azienda Brotzu, leggendo l’Atto aziendale, corrisponde di fatto ad un declassamento di tutti presidi. La grande idea sarebbe quella di trasformare i tre ospedali in Stabilimento e questo, pur ricordando il litorale romagnolo, non sarebbe il danno maggiore. Ben più grave è l’istituzione di un Presidio Unico (virtuale) costituito dalla fusione dei tre ex Presidi (reali) con alcune dirette conseguenze: l’abolizione delle peculiarità (mission), che ne hanno determinato l’istituzione e per le quali in tutti questi anni hanno operato; l’abolizione delle Direzioni mediche di Presidio (è possibile che una legge regionale modifichi così radicalmente quanto previsto dalla normativa nazionale?); nella stesura dell’ultimo Atto la ‘poltrona’ del Direttore sanitario di Presidio unico dovrebbe essere occupata da un primario che va retribuito, anche se scopo e funzioni continuano ad essere incomprensibili; la probabile chiusura (o trasformazione) del Binaghi, anche se potrebbe essere la manovra con meno ripercussioni negative, in quanto potrebbe essere trasformato in un grande centro per attività di tipo territoriale, considerato che col previsto trasferimento del reparto di oculistica e dei trapianti di midollo osseo, cessano le attività per acuti.
La presentazione e i testi relativi alle Reti, ospedaliera e territoriale, sono state illustrati dalle immancabili slide ricche di concetti, che rimandano, spesso ad esperienze di altri regioni italiane o, addirittura, ad alcune internazionali (Inghilterra ed Usa). Seppure, ad una prima lettura, possano sembrare teoricamente convincenti, purtroppo per loro, ma soprattutto per i cittadini sardi, la realtà è ben diversa da quella descritta. Basti pensare che tuttora il territorio naviga (o meglio annaspa) a vista e per fortuna la rete ospedaliera non è stata ancora votata ed approvata, anche se dopo le prime manovre (Ats ed accorpamenti vari) i danni sono già evidenti .
Doctor House – (5^puntata… segue)
(admaioramedia.it)