Non è un momento felice per l’attuale Giunta regionale (agli sgoccioli), stracolma di tecnici, a partire dal presidente Pigliaru, che non dovranno preoccuparsi di cercare il consenso per un altro mandato, come invece dovranno fare i consiglieri di maggioranza, che, seppur a denti stretti, continuano a sostenerlo. Della serie ‘tutti tengono famiglia’ e non si va a casa sei mesi prima.
Eppure, anche su queste pagine avevamo messo in guardia anche i consiglieri dell’opposizione per un controllo serrato sulle nomine, a pioggia, che stanno comparendo, soprattutto in Ats, mediante selezioni (ben studiate), ma senza l’ombra di un di concorso pubblico. La Direzione aziendale, in perfetto accordo con la Giunta, che ha approvato l’Atto aziendale, ritenendo che la rete ospedaliera sia pienamente operativa (eppure non ha ancora superato lo ‘scoglio’ ministeriale), sta applicando un ‘funzionigramma’ (che fantasia questi intellettuali al potere), conferendo incarichi dirigenziali di secondo livello, che appaiono scelte molto discrezionali. Ammesso e non concesso che le nomine dei Dipartimenti siano regolate da precisi disposizioni (ad esempio, sono previste votazioni ed alternanze), per le Strutture complesse la legge nazionale, che vale per tutte le Regioni, stabilisce regole molto precise e notevolmente differenti rispetto al passato, dando poco spazio di discrezionalità alle direzioni aziendali. Quindi, la Giunta regionale, l’Assessore regionale e la Direzione generale dell’Assessorato della Sanità hanno approvato delibere mediante le quali un Dg stabilisce che si deve semplicemente individuare un elenco di idonei per occupare una Struttura complessa di presidio unico. Una manifestazione d’interesse, interna all’Ats, e alla quale hanno partecipato due Direttori generali, attualmente in carica, oltre ad alcuni dirigenti, tra i quali alcuni occupano direzioni sanitarie aziendali. Sarà curioso verificare chi sarà escluso, fra gli undici idonei, e non potrà occupare una delle otto Strutture complesse. I bookmaker inglesi prevedono quote molto basse. Inoltre, sarebbe da verificare se per la partecipazione dei succitati direttori, oltre ad un problema di sicura inopportunità e correttezza professionale nei confronti degli altri colleghi, si possa parlare di una sorta di conflitto d’interesse.
Un altro Dg, viceversa, per un posto analogo (direttore di Presidio unico) presso l’Azienda Brotzu, ha bandito un concorso pubblico nazionale, con tanto di valutazione dei titoli e mediante colloquio, che sarà svolto da una Commissione, eletta con sorteggio, secondo la nuova normativa. Ancora più strano è che lo stesso Dg dell’Azienda Brotzu compare nel famoso elenco degli idonei, in quanto dipendente dell’Ats in aspettativa. Un minimo di coerenza in questi atti sarebbe stata molto gradita dagli ‘aventi diritto’.
Intanto, all’Ats, il Dg ha istituito un bando nazionale per attribuire un incarico di una Struttura complessa (coordinatore regionale del Centro trapianti), dopo che negli ultimi 20 anni, così come previsto dalla legge 91 del 1999, si era proceduto mediante la ‘nomina’ di un esperto. Nomina di competenza della Giunta, sentito il parere dell’Assessore competente. Bando che fa seguito ad una manifestazione d’interesse, espletata tre anni fa (2015) ritenuta allora urgente per continuare a garantire l’attività dei trapianti in Sardegna. Solamente 8 mesi dopo (dov’era finita l’urgenza?), nel marzo 2016, fu nominato (per un anno, rinnovabile) un Dirigente medico dell’ospedale Careggi di Firenze, che però non ha preso mai servizio. Vista l’urgenza di avere un responsabile regionale, come mai non è stato incaricato un altro dirigente, tra coloro che avevano partecipato alla manifestazione d’interesse? Perché, solo a distanza di altri due anni (febbraio 2018) è stata bandita una seconda selezione e, sempre con carattere d’urgenza, si è proceduto al colloquio dei partecipanti a fine agosto? Una previsione? Dopo Ats e Areus anche il coordinatore regionale del Centro trapianti non sarà sardo.
Doctor House
(admaioramedia.it)