E la riforma passò, così come avevamo previsto e, giustamente, i ‘vincitori’ festeggiano. Ma se andiamo a considerare il prima e il dopo voto, tante situazioni interessanti possono essere oggetto di valutazione e c’è da pensare (o da piangere?).
A partire da una schermaglia tra l’europarlamentare, ed ex governatore, Soru che contestava un’ipotetica “invasione di campo” al sindaco Zedda, che, seppur con notevole ritardo e scarsa convinzione, esprimeva dubbi e contrarietà circa la devastazione della sanità a Cagliari (leggi chiusura dell’ospedale Marino e del Binaghi). La predica viene dal pulpito di un ex Governatore che, nei primi mesi del suo mandato, arbitrariamente e senza alcuna preparazione specifica, era solito presentarsi la mattina presto negli ospedali cittadini, trattenendo gli operatori con le domande più disparate. L’iniziativa, naturalmente, fece molto audience sui mass media, che lo dipinsero come un nuovo paladino a tutela della sanità sarda, ma, oltre ad aver fatto perdere tempo a coloro che dovevano accompagnarlo a destra e a manca, non produsse alcun effetto positivo. Dal pulpito di un europarlamentare che fa registrare numeri record in assenze dal Parlamento europeo e del quale non si ricorda alcuna buona iniziativa a favore della nostra Isola. E’ necessario che qualcuno lo informi sulle competenze del primo cittadino in materia di sanità pubblica.
Tornando alla legge approvata, dopo quelle dell’assessore regionale della Sanità Arru, durante il dibattito in Aula sono arrivate quelle dei consiglieri, vere e proprie perle di saggezza… ipocrisia e falsità. A partire dalle dichiarazioni di voto della gran parte dei consiglieri della maggioranza, che, essendo a sostegno della riforma, si sono congratulati con loro stessi per aver ottenuto qualche deroga al testo originario della riforma, ovviamente a favore del loro territorio di ‘caccia elettoral’e. Politicamente parlando le loro affermazioni non fanno una piega, l’importante che non la facciano passare come una ‘lotta’ fatta per garantire una migliore assistenza ai sardi. Anche perché è alquanto difficile capire come sia possibile che un punto nascita con una media parti annua inferiore ai 30, riesca a garantire un’assistenza sicura e serena alle gestanti, soprattutto in caso di un parto complicato. Naturalmente, nel gioco delle parti, chi si è astenuto o ha votato contro ha espresso tante perplessità e/o bocciato una riforma molto diversa dall’originale per semplici motivazioni territoriali.
Le punte dell’iceberg? Le dichiarazioni di voto degli ultimi consiglieri iscritti a parlare. Dopo le dichiarazioni di trionfo, per avere ottenuto quanto richiesto a favore dei loro territori elettorali di chi li ha preceduti, con gli ultimi interventi si è ribadito che è stata votata una riforma equa e autonomista, senza alcun cedimento ai localismi. Addirittura, pochi giorni fa un quotidiano riportava l’affermazione di un Consigliere che, alla luce del dibattito in Aula, suona assolutamente sorprendente: “Abbiamo sottratto alla politica il meccanismo delle riforme sanitarie, riconducendole ad una aria più tecnica”. Se così fosse, il Consigliere ottimista potrebbe fare almeno un nome di un Direttore o di un referente nominato da questo governo che non sia espressione della precedente Giunta Soru e comunque non schierato col centrosinistra?
E, dulcis in fundo, sarebbe bello conoscere di quali argomenti ha parlato il megadirettore galattico quando è andato a fare visita, non istituzionale (ovvero non in Commissione consiliare), a qualche consigliere di maggioranza e, magari, sapere se sia vera la voce dell’esistenza di una ‘lista della spesa’, utile per distribuire ad hoc le strutture complesse (Sc) e i dipartimentali (Ssd). Nessuno scandalo, per carità, nessuna novità, se ne sono già viste e sentite, ma almeno un minimo di decenza. In molte circostanze il silenzio è d’oro ed in questo caso si sarebbe evitato di trattare i cittadini sardi come creduloni, per non dire di peggio.
Doctor House
(admaioramedia.it)
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