“Solo la riforma della rete ospedaliera darà una sanità efficiente”, Luigi Arru dixit. Un aneddoto: il signor Sergio Carta (nome di fantasia) di Carbonia per problemi di salute viene ricoverato nel reparto di Chirurgia. E’ giovedì notte. Assistenza perfetta, esami di laboratorio prontamente eseguiti, cartella regolarmente compilata. Effettuata un’ecografia, persiste il dubbio diagnostico circa la possibilità di un intervento chirurgico. A quel punto si decide di ‘prendere tempo’.
Venerdì, però, arriva il cambio di guardia. Del medico? No, del Presidio. Quel fine settimana per le attività chirurgiche è di turno il Presidio di Iglesias. Il signor Carta viene trasferito. Non è dato sapere se la cartella e i relativi esami seguano il paziente o se, una volta giunto ad Iglesias, questi siano stati ripetuti. Naturalmente, intervento o meno, il lunedì successivo il signor Carta rientra a Carbonia.
A questo punto cerchiamo di analizzare l’efficienza della sanità sbandierata in ogni dove dal fiducioso Assessore. Disagi? Indubbiamente si. Qualità dell’assistenza? Si direbbe molto bassa. Non sappiamo se sia stato necessario o meno un intervento, ma la valutazione dell’efficienza di una prestazione sanitaria deve prendere in considerazione anche l’accoglienza offerta al paziente, la sistemazione alberghiera e, soprattutto, il grado di soddisfazione percepita dal paziente. Nel caso specifico, un paziente sballottato a destra e manca, senza una motivazione clinica, difficilmente uscirà dall’ospedale (anzi dagli ospedali) soddisfatto e, magari, al successivo ‘coccolone’ si reca direttamente presso un grosso centro, sperando in un unico ricovero.
Altro aneddoto: il signor Bachisio Addis (nome di fantasia) di Arzachena lamenta frequenti dolori addominali e viene seguito nel reparto di Medicina dell’ospedale di Olbia. Gli esami dimostrano la presenza di una patologia a livello intestinale: è necessaria una consulenza gastroenterologica, probabilmente di tipo interventistico. A questo punto, ci si pone il problema: quale struttura, nell’ambito dell’Ats (molto attenta a non creare ‘doppioni’), sia deputata ad assistere questo tipo di paziente. Le uniche sedi si trovano all’ospedale SS. Trinità di Cagliari ed all’ospedale di San Gavino. Il paziente viene ‘trasportato’ da Olbia a San Gavino per la consulenza e riportato ad Olbia. Sarebbe curioso chiedere il parere del signor Addis in merito all’efficienza del sistema sanitario sardo.
“In passato troppe incursioni politiche nei poteri dei Direttori generali“, sempre Luigi Arru dixit. Da medico, anche lui dovrebbe conoscere come, nel mondo sanitario, le notizie corrano veloci e sono più complete di quelle ufficiali rilasciate, ad esempio sui mass media. Quindi, a sentire l’Assessore, col centrosinistra al governo regionale sarebbero finite le incursioni politiche. Basta andare a vedere tutte le nomine, partendo da quelle dei commissari straordinari per giungere a quelle dei referenti del Megadirettore galattico, per constatare che la scelta dall’elenco regionale dei manager ha applicato perfettamente il manuale Cencelli, preceduto da uno spoil system sistematico.
Non solo. Una vera e propria lista della spesa pare sia stata presentata ai Direttori generali nella fase di stesura degli Atti Aziendali (soprattutto per quanto riguarda l’Ats, dati i tantissimi centri di potere da distribuire, segnalare ed occupare). La scelta di chiudere l’ospedale Marino (l’unico in programma), ‘salvandone’ tanti altri, molti dei quali non garantiscono le stesse prestazioni altamente qualificate, oppure di investire addirittura risorse per costruirne uno nuovo, senza neanche la motivazione di zona disagiata (equidistante 30 minuti dai Presidi di Oristano e Cagliari), non è frutto di un’incursione politica, ma di una vera e propria entrata ‘a gamba tesa’ per perseguire l’obbiettivo principale: indebolire la sanità cagliaritana; purtroppo anche grazie al consenso dei consiglieri regionali (alcuni medici) eletti dai cittadini dell’Area metropolitana.
I cittadini ed il mondo sanitario sardo non crede a questo programma. Non sarà sufficiente a bloccare la riforma che, tra voti segreti ed accordi sottobanco, verrà votata nell’Aula del Consiglio regionale, ma ci si augura che lo sia almeno per a mandare a casa questa Giunta regionale.
Doctor House
(admaioramedia.it)