Dopo tanti tentennamenti, alla fine l’aspirante governatore Zedda ha benedetto la candidatura dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, nelle liste del Partito democratico nuorese, e di conseguenza ha promosso la sua politica sanitaria. Insomma, lo slogan “tutta un’altra cosa” è uno specchietto per allocchi e, data l’arroganza e la presunzione di entrambi, i due sembrano convinti che tanti Sardi appartengano a questa categoria.
Un tentativo di sfuggire alla continuità con la Giunta Pigliaru che rende latente la possibilità di favorire il voto disgiunto. Un meccanismo di votazione, utilizzato anche in Lombardia e nel Lazio, partorito da qualche mente contorta che è riuscito a venderlo come la massima espressione di democrazia e di libertà per l’elettore. E che invece prefigura solo guai per la governabilità. A complicare ulteriormente il voto (altro che completare il senso di democrazia…) hanno pensato bene di aggiungere la doppia preferenza, ovviamente di genere. E così anche il mondo femminile penserà di essere tutelato. Invece, molti degli stessi candidati, per evitare rischi, non propongono neanche la possibilità della doppia preferenza. Mentre incombono i soliti rischi, facilmente prevedibili: scarsa affluenza alle urne e aumento dei voti nulli.
Detto ciò, sulla nostra amata sanità le dichiarazioni ad effetto si susseguono a ruota libera. Hanno iniziato il presidente Pigliaru, l’assessore Arru, il dg Moirano con una serie di incontri organizzati a difesa, strenua, della loro creatura: la riforma sanitaria. Pronti a sottolinearne i meriti principali: “abbiamo lasciato i conti in ordine”; “abbiamo garantito standard uniformi di qualità”; “abbiamo salvato gli ospedali dalla chiusura”. Seguite, immediatamente, da quelle di Zedda, altrettanto ad effetto, ma di segno opposto: “rappresento la discontinuità con la precedente Giunta” e “la Asl unica sarà abolita”. Coerenza e credibilità, però, devono andare di pari passo, così come le parole e i fatti. Perciò, come conciliare la discontinuità ed aver accettato la candidatura di alcuni assessori della Giunta Pigliaru? Soprattutto, non si può dichiarare di voler abolire l’Ats regionale ed avere nelle liste di sostegno, oltre Luigi Arru (punta di diamante della riforma del centrosinistra), quei consiglieri di maggioranza che l’hanno fortemente voluta, votata e difesa. Peraltro, come sindaco della città di Cagliari e presidente della Città Metropolitana, Zedda non ha fatto alcunché per evitare le disastrose conseguenze di una riforma sanitaria, che solo ora, a parole, cerca di disconoscere. A proposito di Cagliari, basterebbe pensare alla condizione dell’ospedale Marino, del Binaghi, del SS. Trinità e dei tre stabilimenti (San Michele, Businco e Microcitemnico).
Quanto alle considerazione difensive sulla sanità sparate dal trio magico, è un sogno che siano stati messi in ordine i conti, mentre è certo che il principale obiettivo della Giunta Pigliaru fosse rappresentato dal risparmio. Obiettivo, peraltro, non conseguito. A conti fatti, risulta che la Asl unica regionale sia costata quanto tutte le ex 8 Asl, con l’aggravante che, col sistema degli accorpamenti, delle mancate sostituzioni del personale sanitario (stranamente previste solamente ora, in questi ultimi due mesi di fine mandato), dei mancati acquisti dei materiali di consumo (per non parlare delle manutenzioni), la qualità dell’assistenza è fortemente peggiorata anche in quelle strutture che, fino ad allora, garantivano una assistenza sanitaria eccellente. Basta ascoltare i cittadini, invece che far parlare i candidati alla Presidenza della Regione o i fautori del disastro.
A proposito, le associazioni di tutela dei cittadini, per esempio “Cittadinanzattiva” che fine ha fatto? Non vengono in mente, in questi cinque anni, denunce su qualche carenza assistenziale (e le occasioni sono state tante) e le visite in ospedale, tanto frequenti in passato, sono terminate. Possibile che non abbiamo sentito la necessità di intervenire sull’ospedale Marino, che i governanti uscenti hanno iniziato a ‘far morire’, due anni fa, trasferendo al Brotzu la Neurochirurgia ed allontanandola dall’Unità Spinale col risultato di abbandonarlo a se stesso senza mai un intervento e di intasare le sale operatorie della struttura sanitaria di via Peretti. Fortunatamente i pazienti possono avvalersi di ottimi e seri professionisti che, tra mille carenze, compiono dei veri e propri miracoli. Sul sito della onlus vengono riportate tante notizie, dalle iniziative dei soci per festeggiare il capodanno 2019 a quanto spendono i Sardi tra nido e mensa. Tutte notizie interessanti, ma quando vedremo un cenno sull’assistenza ai pazienti oncologici, ai diabetici, ai celiaci, alle condizioni delle reparto di sclerosi multipla del Binaghi, ai talassemici? Forse, dopo anni di pausa, l’attività riprenderà tra qualche mese, soprattutto se ci sarà un cambio di governo in Regione. A pensar male…
Doctor House
(admaioramedia.it)