All’indomani dell’approvazione della riforma della rete ospedaliera, accanto alla notizia della comprensibile soddisfazione e dei festeggiamenti vari, soprattutto i consiglieri regionali di opposizione dovrebbero realizzare un servizio di sorveglianza certosina circa i movimenti, più o meno strani, che si stanno già verificando, da parte di chi evidentemente si sente ormai libero di agire senza più alcun controllo, soprattutto a meno di un anno e mezzo dalle elezioni.
Tutti hanno altro da pensare, l’opposizione no. Qualche reazione, invero, c’è stata, per esempio a proposito della nomina di Lenzotti alla Direzione generale dell’Areus. L’ex presidente Cappellacci non ha torto e quanto affermato, a sua difesa, dall’assessore Arru è vero in parte.
Infatti, se in punta di diritto la nomina di Lenzotti può essere ritenuta valida, forti dubbi sulla professionalità e specificità del ruolo sono più che giustificati. Al di là dei meriti e delle competenze manageriali di Lenzotti, bisogna considerare che l’Areus necessità di professionisti altamente qualificati nel campo della emergenza-urgenza, un settore dove non si può improvvisare o imparare sul campo direttamente da Direttore generale. Per analogia viene da pensare alle Direzioni sanitarie aziendali: quasi esclusivamente in Sardegna la maggior parte, in tutti questi anni, sono (state) occupate da ex Direttori di struttura complessa (primari) a discapito degli specialisti del settore (Direzioni sanitarie), ovvero dei Direttori e Dirigenti medici del Presidio, che addirittura in qualche atto aziendale, in nome del tanto amato accorpamento, sono stati cancellati. La legge lo consente, l’etica professionale meno e gli effetti negativi, tra gli addetti ai lavori, sono facilmente riscontrabili.
A proposito di accorpamento, pietra miliare della riforma, risulta alquanto bizzarro constatare che ‘stranamente’ in tante circostanze non sia stato applicato e, fatto ancor più strano, applicato a discapito di settori che fino ad allora erano stati perfetti. Sarebbe opportuno che qualcuno controllasse come le disposizioni del Direttore ‘megagalattico’ Moirano, stanno smembrando l’organizzazione territoriale della ex Asl 8, vanto e fiore all’occhiello della nostra sanità. I cittadini, dai diabetici ai celiaci, da quelli assistiti in Adi a quelli che necessitano dei farmaci, sono disorientati, si trovano dappertutto, negli ospedali, negli ambulatori, nei Pronto Soccorso, dai medici di famiglia alla ricerca disperata di una soluzione al loro problema sanitario. Sempre più frequentemente sono costretti a rivolgersi alla sanità privata nelle cui strutture, per fortuna, operano fior di professionisti, freschi di collocamento a riposo dal Servizio Sanitario.
In tema di sorveglianza, qualcuno vigili sui bandi di mobilità e di concorso, sulle distribuzioni di strutture e nomine in commissioni fortemente sbilanciate (per esempio, i componenti del Comitato etico dell’Ats). Infine, notizia fresca di agenzia: conferenza stampa ‘in pompa magna’ dell’assessore Arru, che con la sua referente e ‘risk manager’ (la legge consente che un’amministrativa possa essere nominata ‘risk manager’ o anche solo referente? Sembra una ‘stranezza’ che esiste solo in Sardegna…) sbandiera un progetto dell’Agenas sull’umanizzazione delle cure, facendolo passare per un novità assoluta. Eppure, in anni passati varie strutture sanitarie hanno già effettuato e trasmesso progetti analoghi al Ministero.
Doctor House
(admaioramedia.it)