La settimana scorsa, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha firmato l’autorizzazione per la costituzione del Sim (Sindacato italiano militari) Marina militare e nella stessa giornata, a Roma, si è riunito il primo gruppo di marinai ‘fondatori’ della nascente realtà sindacale della Marina, tra ufficiali, sottufficiali e graduati provenienti da varie regioni italiane.
“Nessuno deve restarne fuori – hanno detto i marinai durante la riunione – anche perché l’istituto della Rappresentanza militare è destinato ad essere abolito ed è necessario che tutti sappiano che le regole sono cambiate. Non più una Rappresentanza regolata dalla gerarchia militare, ma un istituto pienamente democratico dove ogni rappresentante verrà eletto con i voti della base e le posizioni di vertice saranno stabilite dal numero di preferenze ricevute, non certo dal grado rivestito. Per il bene comune, quindi, tutti sono chiamati a collaborare con questo nuovo strumento democratico, se veramente hanno a cuore il benessere proprio e dei propri colleghi”.
Oltre quello della Marina, sono già costituiti i Sim dei Carabinieri e della Guardia di finanza, tutti uniti dalla volontà di modificare i disegni di legge che regoleranno l’attività sindacale, attualmente in discussione presso le Commissioni Difesa in Parlamento. Primo fra tutti, quello firmato da Emanuela Corda del Movimento Cinquestelle: “Non solo insufficiente, ma in alcuni passaggi addirittura dannoso”, hanno detto i fondatori del Sim Marina, che hanno accusano il deputato grillino di essersi attribuita (durante il suo intervento a Milano in occasione del “Villaggio Rousseau 2019”) i meriti della nascita delle organizzazioni sindacali militari: “Ovviamente è falso. La recente sentenza della Corte costituzionale che ha eliminato il divieto per i militari di costituire organizzazioni sindacali, è scaturita da una lunga battaglia legale intrapresa in solitudine dalle associazioni militari, che hanno impiegato energie e denaro (circa 25mila euro) per finanziare i ricorsi presso la Corte europea dei Diritti dell’uomo e presso la nostra giustizia amministrativa (TAR e Consiglio di Stato). Dato che le sentenze della Corte sono vincolanti per gli Stati membri dell’Ue, la Corte costituzionale ha dovuto ratificare tali decisioni pur inserendo importanti correttivi. Quindi niente strumentalizzazioni”.
Inoltre, nonostante la deputata grillina sia convinta che il suo disegno goda di grande consenso in Parlamento, il Sim Marina esprime qualche dubbio: “Ci piacerebbe sapere da parte di chi, visto che le dichiarazioni da più parti sono fortemente negative, soprattutto per l’indisponibilità della stessa Corda ad ascoltare le giuste istanze provenienti dai sindacati militari, che in più occasioni gli hanno manifestato, dimostrando un’irragionevole chiusura”. Ma il lato dolente, secondo i marinai fondatori, emerge proprio dalla lettura del ddl Corda: “Caratterizzato da notevole dilettantismo ed assoluta mancanza di aderenza alla realtà. Ad esempio, l’articolo 6, dove si legge che «Le rappresentanze unitarie di base rappresentano unitariamente tutte le categorie di personale previste dall’ordinamento militare, compresi il personale non in servizio permanente, i volontari in ferma breve…..)… qualcuno le spieghi che i Volontari in ferma breve (Vfb) sono scomparsi nel 2004”; l’articolo 12, «Le rappresentanze unitarie di base, dandone comunicazione almeno tre giorni prima ai comandanti delle unità o dei reparti interessati, convocano almeno tre volte all’anno assemblee di base, cui sono invitati a partecipare i militari interessati. Le assemblee di base si svolgono in orario di servizio». L’onorevole Corda, che evidentemente non ha mai messo piede presso un reparto militare, non sa che il breve preavviso (3 giorni) ai comandanti previsto dal disegno di legge, metterebbe in seria difficoltà l’attività operatività già programmata. A noi non risulta che la sua proposta sia sostenuta, come dice lei, dal ministro Trenta. Un ministro di provata competenza non può concordare con il pasticcio messo su dall’onorevole Corda, alla quale forse sarebbe bastato dare un’occhiata alla legge 121/81 (sindacati della Polizia) ed apportare minime modifiche che si adattassero alla realtà militare”.
Infine, il Sim Marina, insieme al Sim Carabinieri e Guardia di Finanza, auspica che “le modifiche proposte in Commissione Difesa vengano recepite anche dalla Corda, che di questo passo sarà ricordata dai militari soltanto come colei che ha boicottato la nascita dei sindacati militari, utilizzati solo come strumento propagandistico”. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)