La popolazione in Sardegna continua a diminuire, registrando nel 2017 circa 1 milione e 648mila residenti, 4.835 in meno rispetto all’anno precedente. Le statistiche demografiche, elaborate da Cna Sardegna, evidenziano come il trend negativo che interessa l’Italia intera (-0,16%) sia più critico nell’Isola (-0,29%) e nel Mezzogiorno (-0,39%).
Il netto aumento dei flussi migratori dall’estero non sono sufficienti per far fronte al calo demografico: la presenza straniera si attesta a 50mila residenti, mentre i sardi che lasciano la Sardegna verso altre regioni sono circa 1.700 all’anno. Sono principalmente i giovani a partire, chi per gli studi, chi per lavoro, considerato che il tasso di disoccupazione giovanile tocca il 56,3%, contro la media nazionale del 37,8%.
“Il sempre più consistente flusso di giovani che lasciano la Sardegna – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario di Cna Sardegna – in molti casi per mancanza di adeguate opportunità di inserimento occupazionale rappresenta uno dei fattori di debolezza del sistema socio-economico regionale, e che si riflette sulle statistiche demografiche”.
Un’aggravante è il considerevole calo delle nascite: l’età media delle donne al momento del parto è pari a 32,4 anni (media italiana pari a 31,8) e il numero medio dei figli è 1,09 (dato nazionale pari a 1,34). Per questi motivi i sardi sono sempre più vecchi e l’età media dei cittadini è di 46,4 anni, contro la media nazionale di 45,2: ogni 200 ultrasessantacinquenni ci sono solo 100 ragazzi con meno di 15 anni.
“Il processo di invecchiamento della struttura demografica rappresenta un problema pressante per la Sardegna – concludono Piras e Porcu – è ormai improrogabile l’implementazione di politiche mirate ad aumentare la componente giovanile, arrestando l’emorragia in atto ed aumentando la capacità attrattiva rispetto ad altri contesti territoriali”.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)